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Fra tutti gli animali domestici, i gatti sono gli esseri più misteriosi, pigri, sfuggenti e indipendenti: dei “liberi professionisti della vita”, come li definiva lo scrittore americano Sy Fisher.

Sono loro a scegliere e a decidere, mostrando apatia o slanci di affetto in base al momento e alla convenienza, perché i gatti non si possiedono, al massimo ci si può convivere.

Capirli è complicato, ma è proprio questo a renderli così affascinanti. Eppure in circa 10mila anni di convivenza con l’uomo (e la donna), i gatti hanno sviluppato la capacità di lanciare messaggi attraverso una serie di espressioni facciali, che secondo due scienziate dell’Università della California sarebbero ben 276.

Laureen Scott, studentessa in medicina e Brittany Florkiwicz, psicologa evoluzionista, hanno osservato per mesi, un fotogramma dopo l’altro, i video del “CatCafè Louge” di Los Angeles, uno di quei locali per amanti dei gatti dove i felini sono liberi di salire sui tavoli e avvicinare chi ritengono degno.

Dall’osservazione ne è nato uno studio scientifico pubblicato sulla rivista “Behavioural Processes”, in cui le due hanno tentato codificare i movimenti dei muscoli facciali dei felini. Un altro studio datato 2017 (“Facial correlates of emotional behaviour in the domestic cat”), metteva in correlazione le varie espressioni con le emozioni, mentre secondo la loro teoria, ogni espressione combina da una a quattro di 26 movimenti facciali base come le labbra socchiuse, i battigli di ciglia, le leccate di naso, i baffi protratti, le posizioni delle orecchie, le pupille dilatate. Di queste, sempre secondo lo studio, le espressioni feline si possono dividere in amichevoli (45%) e aggressive (37%), mentre il 18% che resta fuori non è stato possibile trovare un’interpretazione.

La ricerca, che come sempre divide equamente gli scettici da chi invece la ritiene veritiera, potrebbe comunque diventare una app che serva da linea guida ai proprietari di gatti per interpretare i messaggi dei loro felini.