James Joyce, non esattamente un tizio qualunque, amava ripete che “Un buon commerciante ti fa comprare quello che vuole vendere”. Tecnicamente, una frase che non fa una piega e che - per pura casualità - trova conferma in una notizia rimbalzata prima sui tabloid inglesi, e subito dopo su quelli di tutto il mondo, come da tradizione assetati di curiosità & amenità umane.
Per farla breve, a Londra, primo caso al mondo, qualcuno ha iniziato a vendere l’aria. Non quella da respirare, una delle poche cose ancora gratuite nella capitale inglese, ma l’altra, quella potenzialmente edificabile, dove però al momento non sorge nulla.
Per farla breve, succede che il proprietario di una modesta palazzina a tre piani di Battersea, quartiere a sud del Tamigi reso celebre dall’omonima Power Station, l’ex centrale elettrica diventata un centro residenziale di lusso, ma più che altro nel 1977 immortalata sulla copertina dell’album “Animals” dei Pink Floyd, abbia deciso di mettere all’asta lo spazio sopra il suo tetto, cioè l’aria.
Ad un prezzo di partenza fissato in 10mila sterline, 11.600 euro al cambio attuale, il miglior acquirente disposto a rompere il maialino dei risparmi avrà il diritto - se lo crede - di costruire uno o più piani superiori, anche se al momento mancano licenze edilizie e permessi di costruzione.
Non si tratta di un tipico scherzo imperniato di humor inglese, e neanche dell’ennesima variante della leggendaria Fontana di Trevi venduta da Totò, ma di un vero e proprio annuncio di vendita, creato dopo aver verificato che nulla uscisse dalla legalità, ma ovviamente al netto di progetti, autorizzazioni, architetti, geometri, capi cantiere e verifiche al piano regolatore, rigorosamente a carico del compratore.
Il tutto, ha previsto il venditore, per un tempo fissato in 150 anni, quasi certamente sufficienti a chi compra e forse a chi eredita, ma certo non molto più in là.
Secondo Philip Arnold, proprietario della casa d’aste incaricata di vendere l’aria al numero 47 di Northcote Road, si tratta di “Un potenziale ancora inespresso del mercato immobiliare londinese”, che per inciso vive una delle più gravi e profonde crisi degli ultimi 40 anni grazie a mutui schizzati alle stelle dopo l’innalzamento dei tassi a cui è stata costretta la Banca d’Inghilterra. Secondo una recente indagine, a Londra chi guadagna 30mila sterline all’anno è considerato troppo povero per poter sperare di trovare un alloggio in affitto, che mediamente richiede 2.700 sterline al mese anche accontentandosi dei sobborghi meno luminescenti.
La zona dove sorge la palazzina, con due appartamenti autonomi e al piano terra un ristorante che sta per essere convertito in caffetteria, è quella del sobborgo di Wandsworth, a poca distanza dalla stazione di Clapham Junction, un tempo assai popolare e oggi in piena espansione, dove il prezzo di un alloggio senza troppe pretese oscilla sui 700mila euro.
Ma anche in questo caso, per quanto strambo, l’annuncio non è una novità. Anni fa, raccontano gli esperti immobiliari, l’abitudine di vendere l’aria sopra la propria abitazione era un’operazione molto diffusa a New York, specie quando il tetto aveva bisogno di profondi lavori di manutenzione. E serviva qualcuno che li pagasse.