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I giocatori lo sanno, nell’ambiente è conosciuto: quando ad allenare viene chiamato Luis Enrique, la vita per lo spogliatoio si fa dura.

Lo chiamano il “sergente” non a caso, e lui non fa nulla per nasconderlo. Nel 2018, appena preso possesso della panchina della Nazionale spagnola, aveva dettato le regole, poche ma chiare: nessun cellulare mentre si mangia, scordatevi le serate libere durante i ritiri e voli senza scali per le destinazioni dove si gioca. Punto e a capo.

A farne le spese dell’inflessibile sergente, ai tempi della Roma, era stato De Rossi, lasciato fuori dalla formazione per essere arrivato in ritardo alla riunione prepartita.

Un carattere di ferro insomma, applicato anche al Paris St. Germain, dove l’allenatore asturiano è arrivato lo scorso luglio per sostituire Christophe Galtier, trovandosi uno spogliatoio affollato di prime donne, gente abituata a fare più o meno quel gli pare perché tanto, anche se qualcuno si azzardasse a sbatterli fuori, troverebbero fior di società pronte a tutto pur di averli. Non a caso, Enrique è arrivato alla corte di uno dei club più blasonati al mondo mentre Mbappé faceva i capricci e Neymar e Verratti finivano le valigie per sparire nei Paesi arabi, dove campionati anonimi, insignificanti e zeppi di campioni possono solo essere compensati da valigiate di valuta corrente.

Ma Enrique non molla, non l’ha mai fatto, e il quotidiano francese “L’Equipe” ha appena dedicato un’inchiesta al “metodo Luis”, l’allenatore che pretende di avere tutto sotto controllo. Fra i suoi mantra c’è la concentrazione, che dev’essere massima sempre, senza facili distrazioni come i social, le donne e le notti in bianco, roba che distrae e indebolisce.

Anzi, secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano sportivo francese, Enrique avrebbe assoldato una squadra di “controllori” che ogni notte setaccia le discoteche e i locali notturni di Parigi più frequentati dai calciatori per annotare chi c’era e che ora ha fatto.

Il riferimento, senza mai citarlo, è al semi-scandalo scoppiato qualche mese fa intorno al nome di Kylian Mbappé, noto e assiduo frequentatore delle più sfrenate notti mondane parigine, e anche alle parole di Neymar e Messi, che appena lasciata la maglia del PSG avevano bollato l’esperienza come “un inferno”. E dire che Enrique ancora non c'era.