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Il Natale è l’unica festa dell’anno che si celebra tanto in casa, con albero e presepe, quanto all’esterno, con le luminarie da esporre a fantasia fra balconi e giardini. Una tradizione che accomuna buona parte del mondo, anche se con le dovute eccezioni: se dalle nostre parti i più si limitano a qualche lucina e i soliti Babbo Natale che scalano i balconi, negli Stati Uniti quella delle luminarie è una sorta di gara a chi esagera di più, con risultati decisamente kitsch.

Ma in effetti, secondo la leggenda, la tradizione delle luminarie natalizie sarebbe partita proprio dagli Stati Uniti, paese d’adozione di Albert Sadacca, un migrante turco nato nel 1901 a Canakkale, località sullo stretto dei Dardanelli.

Emigrato in America con la famiglia, il giovane era rimasto particolarmente colpito dalla tragedia di una famiglia, arsa viva dalle candele posizionate sull’albero di Natale. Da qui l’idea di utilizzare delle comuni e più sicure piccole lampadine legate fra loro da un filo elettrico continuo, messe in vendita come novità del Natale nel piccolo negozio di elettricità dei genitori.

Il primo anno quasi nessuno si accorge dell’idea rivoluzionaria, ma a Albert ci crede e non molla: l’anno successivo gli basta colorare le lampadine per impennare le vendite al punto da spingere la famiglia Sadacca ad aprire un’azienda per produrre illuminazioni natalizie destinata a resistere fino agli anni Sessanta, dopo aver reso miliardaria la famiglia di migranti turchi.

In pratica, come accennato, prima di Albert Sadacca era già molto seguita la consuetudine di appendere candele sui rami dell’abete natalizio, si dice per idea di Martin Lutero, padre della riforma protestante che durante una passeggiata notturna in un bosco era rimasto così colpito dai riflessi delle stelle sulle gocce di umidità sospese sui rami da volerla ricreare in casa.

Ma anche dopo l’idea rivoluzionaria di Albert, per la povera gente le luminarie natalizie restavano un capriccio inarrivabile: nel 1900 era necessario spendere fino a 300 dollari (l’equivalente di circa 10.000 dollari odierni) per pagare le luci, un generatore e il lavoro di un addetto ai cavi.

Ma ancora oggi resta un problema da risolvere: se da una parte le luci elettriche sono decisamente meno pericolose delle candele, dall’altro si traducono in una spesa per l’energia da non sottovalutare. “Nel periodo natalizio si registra un incremento di consumi energetici del 30% per le decorazioni luminose, che corrispondono a circa 650 tonnellate di CO2 al giorno. Per questo motivo la vera sostenibilità sono i consumi risparmiati – afferma la sociologa ambientale Ada Rosa Balzan – quindi l'ideale sarebbe non utilizzare decorazioni luminose e inserire addobbi che riflettano la luce che abbiamo in casa, realizzando decorazioni con materiali riciclati. Se proprio non riusciamo a rinunciare alle luci di Natale meglio scegliere quelle a led e fare attenzione anche all'illuminazione e ai colori soprattutto per quelle esterne, che possono disorientare gli animali e alterare i loro ritmi del sonno, meglio quindi prediligere luci tenui da spegnere durante la notte”.

Ma alle luminarie non rinuncia nessuno: come raccontato da un rapporto di “GlobeNewswire.com”, nel 2023 il mercato mondiale delle decorazioni natalizie ha raggiunto quasi i 51 miliardi di dollari, mentre quest’anno le previsioni parlano di oltre 53 miliardi, con una crescita che entro il 2030 dovrebbe raggiungere i 7,32 miliardi.