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La storia dell’auto è zeppa di idee finite a collezionare acari e polvere nel fondo di qualche cassetto: progetti che a volte hanno avuto giusto il tempo di mostrarsi al mondo intero approfittando di qualche salone, in veste per lo più di prototipo, poi abbandonati per via di calcoli complicati sui mercati, la penetrabilità, le quote, i costi, i trend, i segmenti da coprire e via così.

Gli esempi sarebbero centinaia, ma fra i più celebri e recenti svetta la ID. Buggy della Volkswagen, riedizione in chiave elettrica della celebre Dune Buggy diventata un’icona degli anni Sessanta e del decennio successivo. O ancora la Lancia Fulvia Coupé Concept, rivisitazione di un autentico mito mostrata in anteprima al salone di Francoforte del 2003 e poi svanita nel nulla.

È proprio agli eterni progetti incompiuti, che il MAUTO – Museo dell’Auto di Torino – ha scelto di dedicare una mostra che si concentra su quanto “non finito” ci fosse nella collezione permanente del Museo e di come questi progetti, paradossalmente, fossero espressione di visionarietà, sogno e speranza.

La mostra (IR)REALIZZATI. Progetti tra utopia e realtà, nata dalla collaborazione fra il Mauto e Re-Play 2023 e in programma dal 26 maggio al 20 settembre, rappresenta un percorso espositivo in cui il pubblico è accompagnato dal racconto delle opere, con un’introduzione storica per meglio capire lo stile automobilistico dell’epoca e scorgere i motivi per cui sono rimasti progetti incompiuti, o diventati altro.

Si va dalla Isotta Fraschini che nacque come automobile per bambini per poi diventare una fra le più lussuose ed esclusive leggenda della storia dell’automobile, per arrivare alla “Carrozzeria Garavini”, carrozzeria torinese specializzata in vetture prototipo elettriche in esemplare unico, soppiantata dall’avvento del motore a scoppio, fino alla Zele 2000 Zagato, antesignana delle attuali microcar che popolano le nostre città. Lunga poco più di due metri, con 2 posti a sedere e carrozzeria in vetroresina, è ricordata come una delle rare escursioni del celebre carrozzeiere milanese al di fuori delle vetture granturismo. Fu prodotta in circa 500 esemplari per quattro anni, dal 1972 al 1976, e fu proprio la crisi petrolifera del 1973 ad accendere l’intersse verso la piccola Zagato.