Nel 1997, l’America è attraversata da uno dei casi di cronaca destinati a suscitare più scandalo e scalpore: Mary Kay Letourneau, un’insegnante della “Shorewood Elementary School” di Burien, Stato di Washington, ammette durante il processo di aver abusato sessualmente del dodicenne Vili Fualaau, rimanendo incinta. Condannata per stupro a sette anni di reclusione, nel 2005, all’uscita dal carcere, i due si sposano per divorziare nell’agosto del 2010. L’anno successivo, Mary Kay Letourneau muore a 58 anni per le conseguenze di un tumore al colon.
È a questa vicenda, passata agli annali delle cronache, che si ispira liberamente “May December”, pellicola in uscita in questi giorni nelle sale, diretta da Todd Haynes e interpretata da due pesi massimi del cinema hollywoodiano: Natalie Portman e Julianne Moore.
May December, termine americano che indica una relazione fra due persone di età molto diverse – una giovane (maggio) e una più anziana (dicembre) - esplora uno dei grandi talenti della specie umana: il colossale rifiuto a guardare noi stessi. Attraverso la premessa di un film incentrato su una famiglia americana inconsueta, nata da uno scandalo pubblico diventato un evento mediatico nazionale, un’attrice scende a Savannah, in Georgia, per studiare dal vivo la donna che interpreterà. Ed è attraverso questo delicato processo di esplorazione, che fa da cornice ad una storia strana e inquietante, che si scopre il passato di Grace, una donna finita al centro dello scandalo e del suo giovane marito, un coreano-americano con il quale la donna aveva iniziato una relazione quando lui era appena tredicenne.
Ma anche se nata da uno scandalo diventato morboso grazie al sensazionalismo dei media, quella che Elizabeth incontra è una famiglia unita e felice, immersa in una comunità che sembra aver dimenticato, almeno all’apparenza, il loro passato oscuro. Ma la presenza di un’attrice nella vita della coppia finisce per mettere in moto il meccanismo della finzione: Elizabeth deve portare sullo schermo Grace, che a sua volta è convinta di vivere una vita normale, ma la prima è portata cannibalizzare l’esistenza della seconda, finendo per diventarne un doppione che si veste, agisce e parla come lei, che al contrario perde pezzi diventando una donna dalla personalità inquietante e costruita a tavolino.
Molto, nella credibilità della vicenda, lo fanno i talenti di due attrici come Natalie Portman e Julianne Moore: entrambe vincitrici dell’Oscar (la prima con “Il cigno nero”, la seconda per “Still Alice”), risultano credibili e capaci di donare ai rispettivi personaggi strati diversi di intensità.
LA TRAMA
Una famosa attrice è intenzionata a realizzare un film sulla storia vera di una coppia, la cui relazione clandestina aveva infiammato la stampa scandalistica e sconvolto gli Stati Uniti vent’anni prima. Per prepararsi al suo nuovo ruolo, entrerà nella loro vita rischiando di metterla in crisi.
CAST TECNICO
Regia – Todd Haynes
Sceneggiatura – Samy Burch
Soggetto – Samy Burch, Alex Mechanik
Prodotto da – Natalie Portman, Sophie Mas, Christine Vachon, Pamela Koffler, Grant S. Johnson, Tyler S. Johnson, Tyler W. Konney, Jessica Elbaum, Will Ferrell
Fotografia – Christopher Blauvelt
Scenografia – Sam Lisenco
Montaggio – Alfonso Goncalves
Musiche – Michel Legrand, tratte dal film “Messaggero d’amore”
Adattamento musiche originali – Marcello Zavros
CAST ARTISTICO
Natalie Portman – Elizabeth Berry
Julianne Moore – Gracie Atherton-Yoo
Charles Melton – Joe Yoo
Cory Michael Smith – Georgie Atherton
Elizabeth Yu – Mary Yoo
Gabriel Chung – Charlie Yoo
D.W. Moffet – Tom Atherton
Lawrence Arancio – Morris