Chi l’ha detto che le auto elettriche devono essere soltanto berline o Suv? Nessuno, in effetti. Ma a capirlo per primi non sono stati, nell’ordine: americani, tedeschi, sudcoreani o inglesi. Ma dei cinesi, più precisamente quella “MG”, acronimo di “Morris Garage”, ex marchio in realtà britannico classe 1922, diventato parte dell’impero della “SAIC Motor”, il più grande conglomerato automobilistico cinese.
Presentata una manciata di giorni fa al Salone dell’Auto di Shangai, la “MG Cyberster” si è subito fatta notare per una manciata di dettagli irresistibili. Primo: è una roadster a due posti secchi, la primissima 100% elettrica, secondo: una linea che non concede obiezioni, terzo, le porte ad apertura verticale, che fanno sempre il loro sporco lavoro sulle cornee di chi guarda.
Ancora in veste di concept, anche se ormai quasi definitivo, la Cyberster è nata dalle matite del “Design Studio” del marchio di Marylebone, a Londra, evocando le roadster del passato MG, con frontale allungato, muso molto basso e superfici seducenti. “L’obiettivo di Cyberster era creare un design che fosse rispettoso dell’illustre passato del marchio e che ne riportasse in auge la vena sportiva, pur avendo assolutamente chiaro che doveva guardare al futuro, essere moderna esattamente come le MG di oggi, completamente in sintonia con la rapida transizione verso i veicoli elettrici”, ha dichiarato l’advanced design director Carl Gotham.
Lunga 4,53 metri, larga 1,91 e alta 1,32, in pratica poco più della Porsche Boxster, internamente dovrebbe essere dotata – come nella versione mostrata a Shangai - di un paio di grossi schermi touch screen, volante a cloche e alimentazione “a pila”, con le celle collegate tra loro e non a moduli per ridurre l’ingombro ed esaltare l’autonomia, dichiarata in 800 km per carica.
E se da un lato è stata promessa per i mercati della vecchia Europa in tempo utile per l’estate dell’anno prossimo, dall’altra i dettagli più tecnici restano ancora da svelare insieme al prezzo. Sfugge soltanto qualche piccola anticipazione di puro gusto, come voci di corridoio su una versione “dual motor” decisamente assetata d’asfalto, capace di mettere sul piatto l’equivalente di 530 CV e la trazione integrale. Una bestia, o poco meno.