Joan Mirò, il grande artista catalano, insieme a Dalì e Picasso uno degli artefici del surrealismo, se ne andava quarant’anni fa, il 25 dicembre 1983, a 90 anni, quando ancora avvertiva forte la voglia di creare la sua visione dell’arte attraverso tecniche sempre più radicali, come la scultura gassosa e la pittura quadridimensionale.
Al grande pittore, ceramista e scultore è dedicata la mostra antologica, prodotta da Navigare srl, “Mirò a Torino”, in programma dal 28 ottobre al 14 gennaio 2024 negli spazi del Museo Storico Nazionale d’Artiglieria al Mastio della Cittadella, fortezza originaria del 1564 e patrimonio dell’Esercito Italiano, gestito dalla società Difesa Servizi.
L’esposizione è curata da Achille Bonito Oliva, con la collaborazione di Maïthé Vallès-Bled e di Vincenzo Sanfo, e realizzata con il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte.
La mostra si compone di oltre 100 opere realizzate dal prolifico e longevo artista spagnolo, e rappresenta l’occasione per ammirare dipinti, acquerelli, disegni, sculture, ceramiche, litografie, acqueforti, ma anche i bellissimi bozzetti preparatori del balletto di Sylvano Bussotti, “Le Bal Mirò” (Mirò, l’uccello luce).
La maggior parte delle opere, tutte datate tra il 1924 e il 1981, non sono mai state esposte al pubblico poiché provengono da collezioni private, grazie alla collaborazione delle gallerie francesi Lelong, Tamenaga, de la Présidence, e della svizzera Bailly.
Le opere di Mirò non sono semplici immagini ma sensazioni, emozioni e suggestioni: c’è tutta l’energia del Mediterraneo, visto con lo sguardo di un “innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”, come scrisse di lui Jacques Prevert.
Spinto dalla famiglia negli studi di economia per farne un perfetto contabile, con un impiego già pronto in una drogheria, Mirò è un uomo che si è sempre trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma anche un artista eclettico che ha usato ogni mezzo per raccontare il suo mondo. A cambiargli il destino è un esaurimento nervoso di cui è vittima a 18 anni. A 27 si trasferisce a Parigi, dove frequenta il circolo dada di Tristan Tzara e la comunità artistica di Montparnasse, che avranno un ruolo chiave nella sua formazione artistica.
Esponente del surrealismo, Mirò nutriva un profondo disprezzo per la pittura convenzionale, che preferiva “stuprare, uccidere e assassinare”.
INFO PRATICHE
“Mirò a Torino”
Mastio della Cittadella, c.so G. Ferraris, Torino
ORARI: lunedì-venerdì: 09:30-19:30. Sabato e domenica fino alle 20:30
INGRESSO: intero € 15,00 intero; weekend e festivi € 13,00 intero feriali; € 10,00 ridotto
PREVENDITE: +39 351 8403634
INFORMAZIONI: +39 351 3364334