Galleria fotografica

Un po’ strani gli inglesi lo sono sempre stati. Oltre alla guida a sinistra che sconcerta i turisti in visita nel Regno Unito, quando erano parte integrante dell’Europa erano i soli ed unici ad aver preteso di mantenere la tanto amata sterlina.

Per completare il quadretto di unicità, l’allora premier Boris Johnson, nel pacchetto di promesse per attirare quanta più gente possibile a votare per la “Brexit”, aveva garantito il ritorno alle cosiddette “misure imperiali”, con libbre e once a ridare orgoglio agli inglesi vituperati dalla tirannia di Bruxelles.

Johnson aveva raccolto le cause di alcuni commercianti che nel 2001 erano stati denunciati per aver venduto bevande misurate in once liquide e galloni. Ne era nato un polverone mediatico e politico insieme, utile per fomentare gli animi contro le regole imposte dai dannati europei ai danni dei poveri artigiani inglesi.

Le cose, si sa, non sono andate esattamente così, e secondo i sondaggi cresce di mese in mese il numero di coloro che tornerebbero volentieri indietro. Ma per evitare altri disastri commerciali, oltre a quelli che già affliggono l’economia anglosassone, il premier Rishi Sunak ha annunciato di aver cancellato la norma che voleva il ritorno alle misure imperiali, mantenendo il sistema metrico decimale per tutti i prodotti che circolano sul territorio nazionale. Il tutto dopo un sondaggio voluto dal 10 di Downing Street da cui è risultato che il 99% degli inglesi preferisce di gran lunga litri e chilogrammi.

Ma visto che qualcosa in cambio, però, va data, il prossimo le sale di Westminster dovrebbero consentire per la prima volta il commercio di bottiglie da una “pinta”, l’equivalente del boccale di birra tipico dei pub inglesi. Che poi interessi ai consumatori, è un’altra faccenda.