Galleria fotografica

Le somiglia molto, ma in realtà non è una vera Bugatti, anche se per stessa ammissione di chi l’ha costruita, i più recenti modelli del marchio ideato dall’italo-francese Ettore Bugatti sono stati fonte d’ispirazione. Mentre, al contrario, è vero che si alza dal suolo e vola.

Sono le caratteristiche di “Fusion JC7”, l’ennesima auto volante che si profila all’orizzonte, andando a rimpolpare una galleria di idee che presto o tardi trasformeranno il traffico delle grandi città, probabilmente spostandolo dall’asfalto al cielo. A volerla è stato Greg Brown, ex pilota e designer californiano che ha immolato 20 anni di lavoro e fatiche inseguendo il sogno di un’auto volante. E ora, dopo una lunghissima fase di test, è pronto al grande passo della produzione in serie, e per questo è in cerca di qualche investitore miliardario che si innamori della sua idea.

L’esperienza aeronautica di Brown, iniziata con gli F-18 della marina americana e conclusa ai comandi dei Boeing 777 della United, ha fatto molto a livello progettuale. Non a caso, la Fusion JC7 è dotata di un doppio motore jet Williams FJ-33 che entra in azione quando si alza dal suolo, assicurando 225 km/h in fase di decollo e 840 in volo, con 1.200 km di autonomia possibili grazie al serbatoio da oltre 1000 litri. Su strada invece i compiti passano ad altri due propulsori elettrici Tesla per un totale di 1000 CV e 240 km di autonomia.

I piani di sviluppo di Brown passano per un approccio cauto e graduale, consapevole che l’umanità deve imparare ad accettare a piccoli sorsi la rivoluzione delle macchine volanti. Quindi l’ideale sarebbe un primo utilizzo come taxi o a noleggio, per poi arrivare gradualmente alla vendita diretta. Anche perché a momento, è difficile immaginare una grande diffusione, visto che i prezzi orbitano intorno ai 2,5 milioni di dollari per esemplare. Che comunque sono già molto meno dei 20 milioni immolati nella fase di progettazione e assemblaggio dei prototipi.

L’idea comunque non è mai stata quella di creare un nuovo giocattolo per ricchi annoiati, ma piuttosto di un veicolo che diventerà necessario in una società che va sempre più di fretta e non può permettersi ingorghi e intoppi. Dotata di ali retrattili, carrozzeria in fibra di carbonio e sospensioni tarate per esistere a sollecitazioni enormi, per atterrare e decollare la Fusion JC7 si “accontenta” anche delle piste dei piccoli aeroclub di provincia.