Dal 13 settembre, il MAUTO di Torino ospita una mostra particolare: “Sportiva d’Autore. LMX, un Sogno italiano degli Anni Sessanta”. Un percorso nato per raccontare la storia della LMX Sirex, il sogno di un’automobile fatto di persone, idee, design e coraggio. Una storia per lo più dimenticata, breve ma intensa, come il coraggio di chi l’ha immaginata, desiderata, voluta e amata.
Una mostra che vuole rendere omaggio a questa sportiva d’autore, un’avventura nata a Milano e diventata realtà a Torino, straordinaria nel successo come nel fallimento. Le cinque vetture esposte, provenienti dalla collezione privata di Renato Montalbano e di suo figlio Giorgio, sono tra i pochissimi esemplari rimasti al mondo.
“Ne hanno fatte poche, le realizzavano a Torino – afferma Renato Montalbano – della storia di questa macchina si è sempre saputo pochissimo. Nel corso degli anni me ne sono appassionato e poco per volta ho iniziato a conoscere le persone che ne hanno fatto parte. Ognuno di loro mi ha raccontato un piccolo pezzo. E l’insieme ha composto un mosaico che ha dato vita a una storia affascinante che purtroppo è finita come tante vicende italiane. Con tante genialità e creatività, ma scarse possibilità economiche”.
Cinque LMX, 4 coupé e 1 spider, oltre ad un telaio e una scocca, riunite tutte insieme dopo 50 anni, pronte per essere nuovamente ammirate, conosciute, studiate e apprezzate per lo stile e la forza che esprimono e la storia che si portano dietro. La mostra, curata da Raffaello Porro, è illustrata da pannelli descrittivi di una storia che Renato Montalbano ha raccolto negli anni per poter testimoniare e tutelare l’importanza tecnica e storica di queste affascinanti vetture.
La mostra, aperta al pubblico fino a domenica 20 novembre, è un percorso immersivo che si sviluppa lungo 7 differenti aree tematiche: Intro, La Storia, Lo Spider, Il Coupé, Il Telaio, La Scocca, La Tecnica, La Sovralimentazione Turbo.
Il percorso, uno spazio immersivo tra auto e video che porta il visitatore agli inizi del viaggio nel 1969, si apre con la LMX Sirex High Compression Sport Coupé: motore V6, 2.300 cc, 126 CV, modello 1971, sedili alti, era venduta da Eurostyle, un’azienda torinese reduce dall’abbondanza di aziende specializzate nel design e nella produzione automobilistica sorta negli Anni ‘60 nel capoluogo piemontese, con laboratori caratterizzati da standard qualitativi fra i più alti al mondo. È proprio da questo eccezionale insieme che nacque la LMX Sirex, concepita in due configurazioni, coupé e spider, con una linea elegante creata dal maestro del design Franco Scaglione, il quale diede vita a uno stile che testimonia l'evoluzione dalle linee curve dell'Alfa Romeo 33 stradale a quelle esasperatamente tese, caratteristiche della successiva Intermeccanica Indra.
Si prosegue con la LMX Sirex High Compression Sport Spider, con motore V6, 2.300 cc, 126 CV, modello 1969. Venduta dalla concessionaria Ferrari di Barcellona (Spagna) nel 1970, ne furono realizzati cinque esemplari. Un’auto nata in Italia nel 1969, figlia del sogno di Gianni Mandelli, imprenditore, e di Michel Liprandi, progettista. I due avevano creato a Milano la “Limaplas” e vollero realizzare una sportiva che fosse un concentrato di innovazioni tecniche, a partire da un telaio creato dall'ingegner Liprandi derivato da un progetto dell’ingegner Gioachino Colombo. Per questo scopo si rivolsero all'Eurostyle di Torino, un “atelier" diretto da Ivo Barison e specializzato nella costruzione di prototipi su misura e auto esclusive, realizzate su richiesta di facoltosi committenti.
Segue la LMX Sirex High Compression Sport Coupé con motore V6, 2.300 cc, 126 CV, modello 1969 con sedili bassi. Venduta dalla concessionaria Ford Plasman di Bruxelles e consegnata nel Granducato del Lussemburgo nel 1970.
Il telaio di una LMX Sirex High Compression Sport Coupé segna metà del percorso della mostra. Il telaio è completo di motore con organi meccanici in restauro. L’esemplare fu venduto dalla Samas di Alba e consegnata in Germania nel 1972 all’importatore tedesco Hans Muhl. Il telaio nasceva da un progetto dell'ingegner Gioachino Colombo, modificato da Liprandi nella parte anteriore, e prevedeva una struttura monotrave in lamiera scatolata con fori di alleggerimento, così da ottenere un intero blocco telaio di soli 74 kg: un risultato eccezionale in termini di leggerezza. Il tutto predisposto per utilizzare componentistica di serie fornita dalla Ford, insieme ad un propulsore a 6 cilindri a V, cosa che garantiva elementi affidabili e reperibili attraverso le reti di assistenza della Ford europea.
Il percorso continua con la LMX Sirex High Compression Sport Coupé a scocca nuda, attualmente in restauro, con struttura interna in fibra di vetro. Il colore azzurro esterno è quello tipico del gelcoat della vetroresina impiegata all'epoca. Fra le innovazioni più importanti il corpo leggerissimo della carrozzeria in poliestere rinforzato con fibra di vetro che garantiva un risparmio di peso di circa il 20% rispetto a una carrozzeria in lamiera realizzata con metodi convenzionali. Garantiva una maggiore resistenza agli agenti chimici corrosivi oltre a maggiore insonorizzazione e isolamento termico, e offriva maggiore resistenza agli urti, poiché il materiale impiegato aveva un potere assorbente delle masse d'urto sette volte superiore rispetto alla comune lamiera, con una quasi irrilevante propagazione dell'onda d'urto in caso di incidente e maggiore sicurezza per gli utenti.
Per la tecnica è esposta la LMX Sirex High Compression Sport Coupé, motore V6, preparata “corsa”, modello 1970. Fra le innovazioni del progetto, l'adozione di un compressore monostadio Costantin (del tipo usato dalla polizia francese), una soluzione che permetteva di portare la potenza del motore da 126 a 180 CV. Purtroppo, problemi mai risolti di affidabilità portarono ad altre scelte.
In chiusura la LMX Sirex High Compression Sport Coupé Turbo, motore V6, 2.300 cc, 210 CV, modello 1971 con sedili alti, venduta da Samas nel 1973. Furono allestite vetture potenziate attraverso un sistema di sovralimentazione sviluppato dal pilota di Formula 1 ed ex tecnico Ferrari, l’ingegnere svizzero Michel May. Una scelta che anticipò lo sviluppo frenetico della sovralimentazione tramite turbina degli Anni ‘80 e divenuta oggi di uso comune.
Quella di LMX Sirex è l'avventura imprenditoriale di Gianni Mandelli e Michel Liprandi che finì precocemente nei primi anni 70, dopo che erano state prodotte soltanto 42 vetture (37 coupé e 5 versioni aperte), delle quali oggi sopravvivono pochissimi esemplari. Un'avventura caratterizzata da genialità, coraggio e grande imprenditorialità, ma con scarsi mezzi economici, che ci ha lasciato un'auto disegnata con un occhio all'America e alle nuove suggestioni stilistiche della fine degli Anni ‘60 e con l’altro all'Italia, patria dello stile e indiscutibile riferimento nel mondo per eleganza ed equilibrio delle proprie vetture, autentiche icone di classe e di design.