C’è tempo fino al 29 settembre per ammirare al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO) l’inedita mostra fotografica“1000 Miglia by Mailander”, una straordinaria selezione di scatti realizzati da Rodolfo Mailander, fotoreporter e poi responsabile delle relazioni internazionali per FIAT. A 100 anni dalla sua nascita, l’esposizione racconta il trait d’union tra cultura, società e mondo automobilistico, offrendo ai visitatori uno spaccato di un Paese unito dalla passione per le corse.
Inaugurata ufficialmente il 17 maggio scorso, la mostra è frutto di un primo sodalizio tra la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica e i quattro principali musei dell’auto in Italia: Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Museo Mille Miglia di Brescia, Museo Nicolis di Villafranca di Verona, Museo Fratelli Cozzi di Legnano. Presso questi ultimi tre, l’esposizione resterà ancora visitabile fino al 13 ottobre, offrendo agli appassionati e ai curiosi ulteriori occasioni per scoprire le immagini che Rodolfo “Rudy” Mailander ha realizzato con la sua Leica alla “corsa più bella al mondo”. Scatti di assoluto pregio, eccezionalmente concessi dal prestigioso Revs Institute in Florida, per dar vita ad uno spaccato storico e culturale di cui la 1000 Miglia è al contempo protagonista e contesto.
Quelli in mostra sono gli scatti che “Rudy” Mailander ha realizzato dal 1951 al 1954 alla 1000 Miglia, competizione che ha rivestito un ruolo chiave non solo nello sviluppo dell’industria automobilistica e nel motorsport, ma anche nella definizione dell’identità italiana nel dopoguerra. L’obiettivo della Leica di Mailander diventa una finestra su un passaggio cruciale della storia dell’Italia, permettendo di rivivere la rinascita delle grandi ambizioni di una nazione, attraverso quella che aveva smesso di essere una semplice corsa di auto.
La sua maestria e il suo occhio, che ricordano quelli di un direttore della fotografia alle prese con inquadrature cinematografiche, hanno dato vita ad un reportage di immagini che evocano il cinema del Neorealismo: le figure eroiche dei piloti vengono immortalate in momenti conviviali, intimi, fuori dalla tensione della gara; intorno a loro, la folla diventa parte integrante della scena, persone comuni come attori nel “dramma” della gara. Ma a differenza del Neorealismo, lo sguardo è leggero: nelle foto appare una società unita dalla passione per le corse, la rinascita delle auto sportive italiane, la partecipazione alla gara del regista Roberto Rossellini e di videomaker hollywoodiani, i Marzotto, il cui stile giovane ed elegante soppianta le tute polverose preferite dalla generazione prebellica.
Passeggiando tra gli scatti in esposizione al Museo Mille Miglia, lo sguardo cade inevitabilmente sulla carrozzeria delle auto da corsa, firmate dai grandi designer e dagli artisti, diventando via via meno utilitaristica e più elegante. Ma è anche la testimonianza di una gara che cresce in popolarità, con un sempre maggiore numero di piloti, celebrità e giornalisti stranieri pur conservando il carattere puramente italiano, con lo storico via di Piazza Vittoria, a Brescia.
Protagoniste della selezione di immagini esposte sono le grandi personalità del mondo automobilistico: piloti, team manager, ingegneri, giornalisti, tecnici. Enzo Ferrari, Juan Manuel Fangio, Stirling Moss, Alberto Ascari e la pilota Gilberte Thirion sono alcuni dei volti immortalati nei tanti momenti della gara, sia durante la competizione che nel dietro le quinte.
Al Museo Nicolis il focus si stringe sui fratelli Marzotto: figli di una famiglia di industriali di Valdagno, parteciparono spesso alla 1000 Miglia negli anni ‘50, quasi sempre su Ferrari. Nel 1953, Giannino Marzotto vinse per la seconda volta nella sua vita la corsa, con una Ferrari 340 MM. La Marzotto produceva filati e vestiti, peculiarità che permise ai fratelli di distinguersi in gara anche per lo stile: la loro eleganza moderna annunciava un’era di esuberanza e ottimismo.
È l'Alfa Romeo, invece, la protagonista delle fotografie al Museo Fratelli Cozzi. Nel 1952 e 1953, quando l’Alfa si ritira dalla Formula 1, il suo pilota di punta Juan Manuel Fangio passa alle gare su strada e diventa protagonista della 1000 Miglia. In questi anni, la casa di Arese si posiziona spesso ai primi 10 posti: ma è soprattutto la bellezza delle vetture ad attrarre l’obiettivo di Rudy.
La via di Rodolfo Mailander (1923-2008), è stata interamente segnata dalla passione per le automobili. Inizia a fotografare a soli 18 anni, e già nel dopoguerra è inviato di importanti riviste autmobilistiche, tra cui "Automobil Revue" e "Auto Motor und Sport". Dal 1950 al 1955, Mailander testimonia la rinascita delle corse in Europa.
La padronanza delle lingue, la competenza tecnica e la conoscenza diretta dei protagonisti dell’epoca lo portano a Stoccarda alla Daimler-Benz (Mercedes), come direttore delle relazioni esterne e dell’ufficio stampa. Nel 1960, si trasferisce a Torino per assumere il ruolo di direttore delle relazioni internazionali in Fiat, dove lavorerà per quasi 30 anni, dei quali buona parte come direttore di Presidenza a fianco dell’Avvocato Giovanni Agnelli e del Dottor Umberto Agnelli.
Il Revs Institute è una risorsa globale senza scopo di lucro per la comunità di studiosi di auto storiche. La sua missione è preservare l’automobile come lascito tangibile e come lente per comprendere il passato. L’istituto è noto per il suo museo a Naples, in Florida, dove sono esposte le oltre 100 auto delle Miles Collier Collections.
Nella sua sede è custodito inoltre l’archivio con documenti originali e oltre 2 milioni di fotografie, una biblioteca con oltre 26.000 libri e 200.000 periodici legati alla storia dell'automobile, una struttura didattica per il programma di formazione continua RevsEd e un'officina che mantiene funzionante ogni vettura del museo.
L'Ente custodisce anche la Rodolfo Mailander Photograph Collection, di cui ha digitalizzato i 30.869 negativi di Mailander, mettendo a disposizione tutte le immagini online nella propria Biblioteca Digitale.