In genere, prima di essere celebrati come icone bisogna almeno attendere di passare a miglior vita. Per molti personaggi storici, morire ha significato diventare un mito: è successo a Dante, Oscar Wilde, Van Gogh ed Edgar Allan Poe, solo citarne alcuni.
Poi c’è chi fa eccezione, come Naomi Campbell, la “Venere nera” che negli anni Ottanta ha iniziato a calcare le passerelle dell’olimpo del fashion system, per non scendere mai più. Neanche adesso che secondo i documenti avrebbe computo 54 anni, ma vedendola è chiaro che probabilmente sbagliano.
Naomi in effetti è stata molto più di una top model, incarnando il ruolo di icona per intere generazioni, per poi riuscire a sdoganare per sempre la donna bellissima con il fisico da bambola, ma rigorosamente muta e sconosciuta, per innalzarla fino al ruolo di protagonista assoluta, perché al di là di quello che di volta in volta indossava, la protagonista era lei, e non la griffe che l’aveva scelta.
Ed è proprio a Naomi che il prestigioso “Victoria and Albert Museum”, celeberrimo museo di arti applicate di South Kensington, elegante ed esclusivo quartiere di Londra, ha deciso di dedicare una mostra che celebra la regina delle passerelle come nessuno mai aveva fatto finora.
Intitolata “Naomi: In Fashion”, la mostra era stata annunciata nell’ottobre dello scorso anno, tempo sufficiente per mandare esauriti i biglietti fin dal giorno dell’apertura della prevendita, malgrado la mostra sia aperta dal 22 giugno al 6 aprile del prossimo anno.
La mostra celebra 40 anni di carriera nell’olimpo della moda, con un percorso che ne ricostruisce le tappe della sua carriera attraverso un centinaio di abiti iconici che hanno segnato intere epoche. E la stessa Naomi, ha precisato il Victoria and Albert Museum, ha partecipato attivamente alla scelta dei look, a volte senza riuscire a nascondere una certa emozione, racconta una nota.
Ancora oggi, Naomi Campbell calca le passerelle impreziosendole come ospite d’onore, ed è madre di due figli, un maschio e una femmina, nati attraverso la maternità surrogata ma che ugualmente le hanno permesso di provare la gioia di diventare mamma.
Londinese, classe 1970, secondo la leggenda Naomi Campbell fu scoperta per caso a 15 anni mentre passeggiava al Covent Garden di Londra: un anno dopo conquista la copertina di “Elle”, e a 18 diventa la prima modella di colore a conquistare la cover di “Vogue France”. Il destino a quel punto era scritto: in quarant’anni di passerelle non c’è marchio o griffe per cui non abbia sfilato, anche se una predilezione l’ha sempre avuta per “Versace”, per via dell’amicizia fraterna che legava a Gianni prima e Donatella dopo.
Nel percorso espositivo, che si apre con un video di Naomi a grandezza naturale che sfila verso i visitatori e inizia esplorando l’infanzia della futura top model, non mancano capi leggendari come il corsetto futuristico di Thierry Mugler, l’abito di Valentino del Met Gala 2019, le scarpe con tacco vertiginoso di Vivienne Westwood e creazioni haute-couture di Dolce & Gabbana, Yves Saint-Laurent, Chanel, Karl Lagerfeld, Alexander McQueen e Burberry.
Al piano superiore, una suggestiva proiezione a 360° ripercorre i momenti più celebri dell’infinita carriera di Naomi, comprese alcune copertine leggendarie come quella di “Harper’s Bazaar” del 2009, dove la Campbell corre al fianco di un leopardo. Oltre alla ricostruzione di un suo camerino, la mostra non tralascia neanche i lati meno conosciuti della carriera di Naomi, come la filantropia che, al netto di un celebre carattere difficile e a volte irascibile, l’ha spinta più volte a prestare volto, corpo e voce a cause sociali come la “Black Girls Coalition” del 1989 e le più recenti “Arise Fashion Week” ed “Emerge”. La mostra si chiude con una sezione dedicata al supporto che Naomi assicura ai designer emergenti, quelli che sicuramente la sceglieranno fra altri 50 anni.