Nell’iconografia ufficiale, Napoleone Bonaparte è un ometto grassoccio e basso di statura, con la mano perennemente infilata nel gilet. In realtà, hanno svelato gli storici, nulla di più falso: era alto 1,68 centimetri, addirittura tre in più della media maschile dell’epoca. A mettere in giro la presunta mancanza di cm erano stati quei bontemponi degli inglesi, giusto per sminuirne un po’ la “grandeur”.
Ma questo non è uno dei misteri che promette di svelare “Napoleon”, kolossal firmato da Ridley Scott e interpretato da Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby nel ruolo di Josephine de Beauharmais, la prima signora Bonaparte. Un film, va detto per dovere di cronaca, stroncato dalla critica di mezzo mondo eppure fra i primi per incassi al botteghino, a ennesima riprova che di quello che pensano i critici ormai importa poco e niente. Ma certo, la faccenda ha infastidito lo stesso regista, che ha commentato acidamente: “I francesi non amano neanche se stessi”.
La pellicola racconta la rapida e spietata ascesa al potere di un anonimo capitano d’artiglieria assurto a imperatore di Francia per sua stessa volontà, consacrandosi alla storia, alla gloria e alla gratitudine eterna dai francesi, anche se in fondo più per aver portato l’indisponente grandeur agli onori del mondo che per vero amore verso di lui. Il compito non facile di Ridley Scott era quello di raccontare un condottiero, ma anche un tiranno, riformatore, mammone, imperatore, traditore della rivoluzione, innamorato pazzo di sé stesso e personaggio avido di sesso consumato dove capitava. Niente di meglio di Joaquin Phoneix per dargli un volto, anche se l’ex “Joker” porta in dote una stilla di follia ricorrente nei suoi personaggi che forse al vero Napoleone mancava.
Considerato uno dei più grandi condottieri militari di tutti i tempi, Bonaparte ha da sempre diviso storici, studiosi e politici fra chi l’ha criticato aspramente e chi invece provava profonda ammirazione. Sia l’ascesa al potere che le dure campagne militari sono famose e hanno comunque influenzato le generazioni successive.
Spietato in guerra, tiranno nel suo Paese, ma anche il liberatore che veniva dal nulla, Bonaparte fu uno dei primi a dimostrare che il talento del comando poteva provenire da qualsiasi classe sociale. La genialità tattica e la fama erano tali che il mondo ha avuto bisogno di sette diverse coalizioni di potenze europee per sconfiggerlo. Ma fuori dal campo di battaglia, la sua ossessione per Giuseppina - amante, moglie e imperatrice - avrebbe definito la sua vita tanto quanto qualsiasi conflitto.
“L’uomo che ha conquistato il trono d'Europa, il genio della tattica militare, si trasforma in un piccolo essere indifeso, completamente innamorato della donna che gli sta accanto, l’unica a cui ammette di non essere nulla senza di lei – ha commentato Ridley Scott - le lettere scritte alla moglie sono tanto scortesi quanto giovanili, romantiche e spudoratamente sessuali”.
A conti fatti, Napoleone e Josephine non erano che due emarginati: lui di umili natali, lei cresciuta in Martinica, lontano dall’aristocrazia che stentava a concederle un posto. Una persona che nessuno avrebbe voluto sposare: vedova, con due figli e di sei anni più vecchia di lui. Ma lo affascinava come mai nessun’altra.
Come nella migliore tradizione dei film di Ridley Scott, una parte fondamentale della pellicola è rappresentata dalle scene di battaglia che ripercorrono alcune delle campagne più note di Napoleone: Toulon, Austerlitz, Waterloo. Scene epiche che hanno richiesto migliaia di comparse sottoposte a settimane di addestramento per imparare a ricaricare un fucile o muoversi in gruppo fra i cavalli e tamburi come facevano i reparti allora, quando la guerra era soprattutto un corpo a corpo.
LA TRAMA
Il film ripercorre dalle origini la carriera del Bonaparte nell'esercito, che lo hanno portato inizialmente alla carica di generale. Sotto la sua guida il Corpo d'armata trionfa in diverse campagne militari, tra cui spiccano quelle in Italia e in Egitto. È durante queste operazioni belliche che Napoleone dà prova di essere un abile stratega militare. Le sue competenze, però, non si esauriscono soltanto nel campo militare, perché Bonaparte riuscirà tramite una serie di escamotage politici a farsi nominare dapprima Primo Console e proclamare in seguito Imperatore, dando inizio al primo impero francese. Nonostante la corona, l'"Ei fu" manzoniano non abbandona il campo di battaglia e dà inizio a una nuova campagna, volta alla conquista dell'Europa, durante la quale segnerà il suo trionfo con la battaglia di Austerlitz, sconfiggendo le armate austriache e russe.
Rafforzato dai successi, Napoleone non arresta la sua avanzata, iniziando a commettere, però, degli errori tattici che prima gli saranno fatali nella celebre battaglia di Waterloo, segno della sua disfatta e fine di un'era per l'intera Europa.
CAST TECNICO
Regia – Ridley Scott
Soggetto – David Scarpa
Sceneggiatura – David Scarpa
Produttore – Ridley Scott, Joaquin Phoenix, Mark Huffam, Kevin J. Walsh
Produttore esecutivo - Aidan Elliotti
Produzione – Appel Studios, Latina Picrtures, Scott Free Productions
Distribuzione – Eagle Pictures
Fotografia – Darius Wolski
Montaggio – Sam Restivo, Claire Simpson
Effetti speciali – Neil Corbould, Joseph Di Valerio, Javier Menéndez
Musiche – Martin Phipps
Scenografia – Arthur Max
Costumi – David Crossman, Janty Yates
CAST ARTISTICO
Joaquin Phoenix – Napoleone Bonaparte
Vanessa Kirby – Josephine de Beauharnais
Tahar Miles – Armand Augustin Louis de Caulaincourt
Ludivine Sagnier – Teresa Cabarrus
Paul Rhys - Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord
Sinéad Cusack – Letizia Bonaparte
Matthew Needham – Luciano Bonaparte
Youssef Kerkour – Louis Nicolas Davout
Phil Cornwell – Charles-Henri Sanson
Edouard Philipponnat – Alessandro I di Russia
Miles Jupp – Francesco II d’Asburgo-Lorena
Sam Troughton – Maximilien Robespierre
Ian McNeice – Luigi XVIII di Francia
Catherine Walker – Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena
Rupert Everett – Arthur Wellesley