Ovunque approdi il carrozzone dei Mondiali di Calcio si scatena una corsa agli investimenti colossali: presentarsi agli occhi del mondo come un Paese con le infrastrutture fatiscenti e i servizi che fanno acqua da tutte le parti significa rimediare una magra figura che ha immense ripercussioni economiche e turistiche.
Ma in Arabia Saudita, dove il petrolio scorga dai rubinetti e i denari anche, in vista dei Mondiali 2034 il pensiero appena citato cambia ruolo e assume dimensioni “monstre”.
Se in qualsiasi altra parte del mondo gli stadi più vecchi si rimettono in sesto e quando proprio sono troppo vecchi si abbattono per rifarne di nuovi, da quelle parti hanno deciso di fare le cose in grande e lasciare il mondo a bocca aperta, letteralmente.
Fra gli impianti in corso d’opera, uno più incredibile dell’altro, c’è un’eccezione che li supera tutti: il “Neom Sky Stadium”. La particolarità dell’impianto è presto detta: dotato di tribune da 46mila posti configurabili in base all’evento, di un tetto che in realtà è un maxi-schermo e di sistemi di raffreddamento intelligente, sarà realizzato a 330 metri di altezza all’interno del progetto un po’ distopico di “The Line”, una mega-città lineare futuristica alimentata a energia rinnovabile lunga 170 km che rappresenta uno dei desideri più impellenti di sua maestà il principe ereditario Mohammed bin Salman.
Tutto è deciso: i lavori per il Neom Sky Stadium inizieranno nel 2027 per concludersi entro il 2032, in tempo utile per provarlo ospitando le prime partite ad un passo dal cielo.
I rendering – malgrado in rete circolino parecchie immagini fake – raccontano di una struttura avveniristica il cui la parte esterna del tetto farà parte dell’arredo urbano della città, collegato al resto del mondo da una rete di mezzi elettrici a guida autonoma e alimentata da impianti fotovoltaici ed eolici. Il tutto per un investimento iniziale pari a 500 miliardi di dollari che secondo gli esperti rappresentano in realtà solo un piccolo anticipo sulle spese.
Il Neom Sky è un’altra voce del faraonico progetto “Vision 2030” che attraverso il fondo sovrano “PIF” (Public Investment Fund), punta a segnare il punto di svolta dal petrolio verso una diversificazione economica dell’Arabia Saudita che nel turismo vede una delle fonti più immediate e pratiche per sostituire il petrolio quando anche l’ultima goccia sarà estratta.
Ma non manca all’appello chi è molto perplesso, perché realizzare una struttura di simile portata ad un’altezza dal suolo mai vista prima significa rispettare standard di sicurezza elevatissimi e per di più senza nemmeno poter contare su precedenti storici che dicano quali errori non fare.
Ai perplessi si affianca anche chi pensa invece che opere come queste abbiano come unico scopo un lavaggio di facciata del più grande stato arabo dell’Asia occidentale, ovvero il tentativo di far dimenticare il resto un Paese dove le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno.
Secondo i progetti, conclusi i Mondiali del 2034, con le partite già previste di sedicesimi, ottavi e quarti di finale, il Neom Sky Stadium sarà utilizzato per gli incontri casalinghi del “Neom Club, una nuova società in via di definizione che sarà iscritta alla “Saudi Pro League”, ma ospiterà anche concerti ed eventi.








