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“Con le Alpi come sfondo, Torino, la quarta città più grande d'Italia, è elegante, fotogenica e ricca di storia. Grandi piazze ed ex palazzi reali abbondano in questo crocevia dell'Italia settentrionale, soprannominato “Petis Paris”, che fu per breve tempo la prima capitale italiana. Nonostante ospiti una delle reliquie più solenni della cristianità - un sudario che alcuni ritengono essere il telo funebre di Gesù - la città è piena di piaceri terreni. Sia il cioccolato gianduia che il vermouth sono stati inventati qui e possono essere degustati nei caffè storici, nelle cioccolaterie e nei bar per l'aperitivo che costeggiano le arcate dei viali commerciali della città”.

Parole e musica del prestigioso “New York Times”, che ha scelto di dedicare un “longform”, un approfondimento, al capoluogo piemontese, per lungo tempo Cenerentola dei circuiti turistici dove a stupirsi era solo chi ci capitava per caso, o per sbaglio.

È la foto di una città fotogenica, ordinata e perbene, che nei consigli per un weekend ideale di 36 ore, dal venerdì alla domenica, inizia dal Monte dei Cappuccini, “una collina con una chiesa del XVII secolo in cima che regala una splendida vista sulle montagne. A ovest, il reticolo di edifici e campanili barocchi di Torino si estende per chilometri, punteggiato dall'iconica guglia e dalla cupola della Mole Antonelliana, un imponente edificio in mattoni del XIX secolo, originariamente costruito per essere una sinagoga, ma poi riutilizzato come monumento all'unità d'Italia. Oggi la Mole Antonelliana ospita il Museo Nazionale del Cinema. Al di là del paesaggio urbano, le Alpi formano una lunga parete innevata”.

SI prosegue con la scoperta di San Salvario, “Un tempo zona degradata vicino alla stazione centrale, oggi piena di caffè e bar di ogni tipo”. Il sabato, tappa d’obbligo fra profumi, sapori e colori del Mercato di Porta Palazzo, in Piazza della Repubblica, “Uno dei mercati più grandi d'Europa entusiasmante per dimensioni ed estensione. Il mercato è diviso in quadranti, ognuno con una propria specialità. In uno, le bancarelle traboccano di prodotti agricoli italiani tra cui limoni siciliani, carciofi sardi e peperoni pugliesi. Un'altra ha occhiali da sole, valigie, pigiami, maglie da calcio, un’altra vestiti e accessori. Un terzo ospita l'Antico Tettoia dell'Orologio, un mercato coperto in vetro e metallo pieno di fornitori di caffè, formaggi, salumi, pane, olive e altre classiche prelibatezze, mentre il quarto quadrante contiene il Mercato Centrale Torino, una vasta e moderna area di ristoro al coperto. Chi è ancora in modalità shopping, sappia che il mercato vintage e retrò preferito di Torino, Il Balon, si svolge dal lunedì al sabato (gli orari variano) in una rete di strade vicine, in particolare in Via Borgo Dora. Un panorama della storia di Torino si snoda intorno a Piazza San Giovanni, una piazza centrale. A nord Porta Palatina, porta d'accesso alla città in mattoni rossi di epoca romana. A est, scendendo alcune scale, le rovine di un anfiteatro romano si nascondono all'ombra della Galleria Sabauda, un museo neoclassico che ospita le opere d'arte raccolte dai duchi e dai re di Casa Savoia, storica dinastia reale. Accanto al museo, l'alto campanile della Cattedrale di San Giovanni Battista, di epoca rinascimentale, svetta sull'edificio principale non collegato, la cui cappella custodisce la Sindone di Torino, un telo che reca la debole immagine di un uomo barbuto che alcuni ritengono essere Gesù Cristo. Il telo non è esposto al pubblico, ma il Museo della Sindone, a pochi passi di distanza, ne spiega la storia e alcuni degli studi scientifici effettuati per determinarne le origini”.

Domenica, ultimo giorno e ultimo giro. “Non si può scagliare un baccello di cacao senza colpire una cioccolateria a Torino, orgogliosa patria del gianduia, una miscela di cioccolato e pasta di nocciole da gustare nelle antiche cioccolaterie e cremerie del centro. Nessun marchio è più associato a Torino della Fiat, la cui fabbrica nel quartiere del Lingotto ha prodotto automobili dagli anni Venti agli Ottanta. Oggi, l'edificio polifunzionale comprende la Pinacoteca Agnelli (10,60 euro), una galleria d'arte che espone circa due dozzine di dipinti - di artisti come Manet, Matisse, Modigliani e Picasso - collezionati dalla famiglia Agnelli, fondatori della Fiat. L'aggiunta più impressionante dell'ex fabbrica è La Pista 500, uno spazio artistico all'aperto inaugurato nel 2022 su una passerella ovale sul tetto che un tempo serviva come pista di prova della Fiat. Il circuito è costeggiato da migliaia di piante e opere d'arte all'aperto di grandi dimensioni, tra cui un cartellone fotografico dell'artista iraniana Shirin Aliabadi e un'insegna al neon con la scritta "YES TO ALL" dell'artista svizzera Sylvie Fleury. Ma l'attrazione principale è la vista delle Alpi coperte di bianco”. Scattate un’ultima foto e promettete: non è un addio, ma un arrivederci.