La faccenda è la solita: quando Torino mette le mani su qualcosa che vale, Milano è pronta a soffiarlo. È successo, inutile ricordare quali e quante volte, e secondo voci di corridoio sta accadendo di nuovo con le “Nitto ATP Tour”, la finale del campionato professionistico che mette sotto lo stesso tetto (in questo caso l’Inalpi Arena, ex PalaAlpitour) i migliori otto giocatori al mondo.
Il capoluogo lombardo sarebbe pronto a fare ponti d’oro pur di ospitarlo presso la struttura con 16mila posti a sedere (4000 in più dell’Inalpi Arena) che sta nascendo in occasione delle Olimpiadi invernali, lasciando a Torino solo un mucchio di foto e tanti bei ricordi, come sempre.
Il trasloco delle ATP Finals, per di più, sembra piacere molto ad Angelo Binaghi, presidente di Federtennis, ma almeno per una volta Torino e il Piemonte hanno deciso di non arrendersi, mettendo in campo tutta la forza di cui dispongono per avere in cambio qualcosa, malgrado sia difficile vedersi confermare come città ospitante oltre il 2027, che significa comunque altri tre anni buoni tutti torinesi.
Ma finita l’abbuffata, circola voce che dal 2027 – anno in cui è previsto un riordino dei tornei internazionali - Torino potrebbe ospitare un torneo “ATP 500”, a metà strada fra i 250 e i 1000, dove la cifra indica i punti in palio per i vincitori. Un torneo di terza fascia dopo i quattro Grandi slam (Wimbledon, Roland Garros, Flushing Meadows e Australian Open) e i nove Masters 1000, che comprendono anche gli Internazionali d’Italia al Foro Olimpico di Roma.
E per il nuovo appuntamento tennistico sarebbe addirittura partita l’idea di realizzare una struttura permanente in piazza d’Armi, nello stesso spazio che oggi ospita il “Fan Village”, per fare spazio ai due campi con tribune da 5000 posti a sedere necessari da regolamento che andrebbero ad aggiungersi al “centrale”, ovvero l’Inalpi Arena. “Un torneo complementare alle Finals, purché non diventi un’ipotesi da premio di consolazione - ha commentato il presidente della Regione Alberto Cirio – perché non vogliamo essere consolati, si consola chi è triste ed è triste chi ha perso, noi vorremmo invece continuare a vincere e crediamo ci siano tutte le condizioni per continuare a farlo”.
Le voci, a questo punto si fanno discordanti: c’è chi pensa che dopo cinque anni in cui Torino è stata capitale mondiale del tennis professionistico, tutto il resto sarebbe una mancetta lasciata prima di salire sul primo taxi disponibile. Seconda questione, anche questa non da poco, capire se gli sponsors che fino ad oggi hanno la fila per esserci, sarebbero ancora interessati a fare la propria parte per rendere il montepremi sufficientemente alto da richiamare i campioni della racchetta, abituati a muoversi seguendo l’infallibile profumo del denaro.
Il destino che attende la città della Mole sarà probabilmente svelato domenica, atto finale delle Nitto ATP Finals 2024, quando (si spera) Sinner potrebbe coronare un’annata da incorniciare alzando l’ennesima coppa, e Torino essersi guadagnata il diritto di un posto al sole fra le capitali mondiali del tennis.