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Un tempo si chiamava semplicemente risparmio, una forma di autodifesa molto italiana che porta a eliminare il superfluo mettendo da parte denaro che può tornare utile in caso di spesa improvvisa, o anche solo per arrivare attrezzati all’acquisto di un bene più duraturo o impegnativo, come una casa o un’auto.

Certo, nella società dei consumi imporsi il risparmio non è semplice: un tempo, quanto le tentazioni erano molte meno, conservare il soldino era un’attività che non costava poi così tanta fatica. Eppure, a sorpresa, si scopre che sono proprio i giovanissimi, le generazioni più colpite dalle strategie dei marketing, ad aver invertito la tendenza diventando provetti risparmiatori.

Sui social, in particolare su “TikTok”, circola da tempo un trend dal nome eloquente: “No buy year 2025”, noto anche come “Cosa non comprerò nel 2025”. Una scelta a dire il vero un po’ costretta, visti gli stipendi bassi che devono vedersela con affitti e bollette al contrario sempre più alti. Così, i giovani della “Gen Z”, quelli nati tra il 1995 ed il 2010, sembra stiano tirando sempre di più i remi in barca, come conseguenza delle difficoltà che vedono le torture di fratelli, sorelle, amici o conoscenti più grandi, ogni mese alle prese con le difficoltà di far quadrare il bilancio.

L’ennesimo peso sopportato da una generazione nata e cresciuta tra crisi, guerre e pandemie, a cui invece di togliersi si aggiungono ogni giorno difficoltà nuove come le conseguenze che avranno gli effetti dei dazi di Trump, ad esempio.

Via il superfluo quindi, in una prova di forza verso il consumismo irrefrenabile per tornare all’essenziale, a quello che è realmente necessario per vivere. La prima voce nel taglio delle spese punta dritta verso l’abbigliamento: è sufficiente rendersi conto di quante maglie, felpe e maglioni si ammassano nell’armadio per capire che per un po’ si potrà fare a meno di acquistarne di nuovi. E lo stesso vale probabilmente per le scarpe e i jeans. Ma dalla mannaia del risparmio passa un po’ di tutto: meno snack, meno cene fuori con gli amici, meno sprechi in linea generale.

Ma quella che è una necessità per meglio adattarsi ai tempi, si è trasformata in una forma di decluttering ma anche in una challenge personale, per riuscire a farcela, chiudendo quest’anno con un lungo elenco di cose a cui si è rinunciato. L’importante, spiegano diversi tutorial in rete, è darsi degli obiettivi da raggiungere, meglio ancora se realizzabili, pianificando e annotando su un quaderno ogni spesa, anche quelle di pochi centesimi, con tanto di data di acquisto, luogo e soprattutto motivo. Altro passaggio utile, eliminare dallo smartphone tutte le app per lo shopping, cancellarsi da newsletter e iscrizioni, e imparare a drizzare le antenne per trovare sempre le migliori offerte fra le compagnie telefoniche.

Ma attenzione: non è pensabile di rinunciare a tutto, e non sarebbe neanche giusto vivere costantemente di privazioni. Quindi uno strappo alla regola ogni tanto ci può stare, ma ricordandosi sempre che è un regalo, e come tale va gestito.