“Notre Drame”, titolava “Liberation” il 16 aprile 2019, all’indomani del devastante rogo che la notte precedente aveva semidistrutto la cattedrale simbolo di Parigi.
Una dramma vissuto in diretta in tutto il mondo, con il crollo della guglia in legno che aveva resistito ai secoli e fatto da sfondo al celebre romanzo di Victor Hugo, che immagina un intreccio in epoca medievale che ha come protagonista Quasimodo, il gobbo a cui per pietà è stato concesso di far suonare le campane.
Trasformata in un cantiere a cielo aperto, cinque anni dal rogo la cattedrale sta per riaprire al pubblico grazie agli imponenti lavori costati oltre 800 milioni di euro e in gran parte finanziato grazie a donazioni giunte da tutto il mondo. Uno dei luoghi più amati dai turisti, in particolare gli italiani - che da sempre subiscono il fascino raffinato della Ville Lumiére – torna a nuova vita dal prossimo 7 dicembre con una messa pubblica e la riapertura al pubblico fissata per il giorno successivo, accompagnata da un programma di festeggiamenti previsti fino all’estate del prossimo anno. fa discutere, soprattutto in Francia, la decisione di fissare in cinque euro il biglietto d’ingresso.
I difficili lavori di recupero, realizzato tentando di restare più fedeli possibili al progetto dell’architetto di Eugène Viollet-le-Duc, autore del restauro dell’Ottocento. La cattedrale gotica, voluta da re Luigi IX e dal vescovo Maurice de Sully nel lontano 1163 e visitata ogni anno da 10 milioni di persone, riaprirà con un percorso ben preciso per i turisti: sarà possibile prenotare la visita gratuitamente scegliendo tra varie fasce orario, per limitare e circoscrivere i visitatori. Per i primi sei mesi dalla riapertura, fino a giugno 2025, potranno visitare Notre Dame soltanto singoli e turisti, mentre da giugno dovrebbero riprendere le visite guidate per gruppi. I percorsi possibili saranno tre: biblico, educativo e simbolico.