Nei primi anni del Novecento, Notting Hill non era la zona residenziale che oggi rappresenta uno dei quartieri più richiesti, esclusivi e costosi di Londra, punta di diamante del Royal Borough of Kensington and Chelsea. Ai tempi, a Notting Hill finivano più che altro comunità di afroamericani in arrivo dalle colonie inglesi ai Caraibi, a cui erano destinate abitazioni modeste spesso ricavate da vecchi fabbricati che un tempo ospitavano scuderie, fornaci o magazzini.
È allora, per dare un po’ di vivacità ad una zona grigia come il celebre cielo della capitale inglese, che gli abitanti iniziano a dipingere le facciate con colori sgargianti. Da Portobello Road, resa celebre dall’omonimo mercato dell’usato, i colori sgargianti caraibici contagiano un’ampia zona che comprende Notting Hill Gate, Farm Place, Denbigh Terrace, Lancaster Road e Westbourne Park Road.
Indicate dalle guide turistiche, le “rainbow houses” di Notting Hill diventano uno dei punti turistici più frequentati, ma la situazione resta tutto sommato accettabile fino ad un film del 1999 interpretato da Hugh Grant e Julia Roberts, una commedia romantica che racconta l’amore fra una star del cinema ed un libraio londinese impacciato e belloccio, ambientata esattamente nel quartiere che dà il titolo ad una delle commedie più celebri di sempre: Notting Hill.
Da allora, la pace per gli abitanti è finita, e a 26 anni dall’uscita del film, è diventato chiaro a tutti che non c’è alcuna speranza di salvezza: la foto davanti alle case pastello è uno dei classici di Londra, come quella con il “Big Ben”, la ruota “London Eye” o “Buckingham Palace” sullo sfondo.
Una situazione resa insostenibile dalla maleducazione di turisti che bivaccano sulle scale a qualsiasi ora, si arrampicano per sbirciare dentro o lasciano firme e cuoricini su muri immacolati.
Risultato, seguendo un curioso percorso all’inverso, sono sempre di più gli abitanti che hanno deciso di dipingere di nero e grigio scuro le facciate delle loro case, per renderle del tutto simili a quelle di migliaia di altre che è possibile incrociare a Londra. “Noi non siamo un museo”, si legge in uno dei tanti cartelli esposti lungo le strade di Notting Hill, il quartiere che ha deciso di diventare meno “social-friendly” per sopravvivere all’overtourism.