Siamo troppi e tutti affamati di paesaggi che dilatino le pupille, lo dimostra il termine che più di ogni altro sta caratterizzando la caldissima estate 2024: “overtourism”.
Tecnicamente è il termine che indica il sovraffollamento dei turisti, categoria di persone che un po’ caciaroni e a volte maleducati lo sono, come se pagare un soggiorno desse il diritto di lasciare i resti del pranzo in spiaggia, tanto qualcuno ci penserà. Un assalto di gente da ogni parte del mondo che ogni anno mette a dura prova chi in quei posti ci vive, ed è costretto a cedere il passo nel nome dei bilanci. Per contro, un’estate che se da una parte fa il pieno di stranieri, dall’altra fa i conti con il calo degli italiani, spaventati dai rincari di ogni singolo settore: aerei, treni, benzina, caselli, alberghi, ristoranti, pizzerie e via di questo passo.
Così, non sono poche le località che hanno studiato contromisure, alcune sicuramente più efficaci di altre, ma comunque tutte messe a punto per tentare di mettere ordine alle truppe armate di infradito e marsupio d’ordinanza.
Molte spiagge, ad esempio, hanno pensato di attivare un sistema di prenotazione attraverso app, per gestire i turisti e riuscire a garantire il servizio, ma molte di più sono quelle che hanno istituito il numero chiuso, con accessi giornalieri contingentati e solo su prenotazione.
Due località della Sardegna, Santa Tersa di Gallura e Sant’Antioco, hanno deciso di punire con multe salate (da 25 a 250 euro) chi assicura il proprio ombrellone a sassi e pietre, per evitare che qualcuno inciampi facendosi male, mentre sono numerosi i centri che danno le 2 mattino come limite massimo alla musica, seguiti da altri più comprensivi, che allungano l’orario fino alle 5, a ridosso delle prime luci dell’alba.
Niente petardi e botti in stile capodanno su diversi arenili sardi, vietati anche i falò e bandito perfino il fumo fra le file di ombrelloni. Ancora più curiosa la situazione nelle grandi città d’arte come Firenze, Roma e Venezia, quelle che ogni anno attirano milioni di turisti, dove sono stati installati semafori temporanei per evitare che qualcuno blocchi il flusso di gente a piedi per scattarsi un selfie.