Dire che il referendum contro i Suv voluto dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo sia stato un successo sarebbe un falso clamoroso. Appena 78mila parigini, sul 1,3 milioni di aventi diritto, ha voluto dire la propria. Ma come sempre accade, quei pochi hanno deciso anche per gli altri, scegliendo che d’ora in poi, a Parigi i Suv avranno vita difficile.
Il referendum voluto dalla battagliera sindaca ambientalista si era scagliato contro le auto definite “ingombranti, pesanti e inquinanti”, veicoli bollati come uno status symbol inutile e dannoso per l’ambiente che ai proprietari d’ora in poi costeranno 18 euro all’ora di parcheggio nelle zone centrali della capitale francese e 12 in quelle più periferiche. Una tassa che colpisce soprattutto i milioni di turisti che ogni anno affollano Parigi, mentre per residenti, commercianti, tassisti e persone con disabilità sarebbero pronti diversi livelli di esenzioni.
Una crociata, definita dalla Hidalgo “una forma di giustizia sociale” che ha fatto leva sui parigini accusando i veicoli termici o ibridi plug-in di peso superiore a 1,6 tonnellate (2 in caso di veicolo elettrico) di consumare inutilmente il 20% in più, di richiedere spazi maggiori su strada e di essere decisamente più pericolosi per il prossimo in caso di incidente. Le nuove tariffe saranno valide dal prossimo 1° settembre, dopo l’approvazione del consiglio comunale.
Un risultato che ha fatto la gioia di decine di associazioni ambientaliste ma contro cui si sono invece scagliati diversi gruppi di appassionati di auto, secondo cui il referendum sarebbe stato “fuorviante” perché secondo la formulazione non colpisce solo i Suv, ma “anche coupé familiari e station wagon”, ricordando poi che un “moderno Suv non inquina né più e né meno di un piccolo diesel costruito prima del 2011”. Sibillino il commento di Christophe Bechu, ministro dell’ambiente francese, che ha definito la misura “una sorta di ambientalismo punitivo”.
Ma per quanto accolto tiepidamente, e bollato dalle opposizioni addirittura di aver suscitato “l’indifferenza totale”, il referendum di Parigi potrebbe scatenare la corsa all’emulazione. A Lione sarebbe allo studio una soluzione simile, mentre il sindaco di Londra Sadiq Khan ha annunciato l’intenzione di voler monitorare con attenzione l’effetto del referendum parigino con l’idea di proporlo anche nella capitale inglese.