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Ci dev’essere qualcosa che non va: noi italiani avevamo un primato imbattibile, fatto di decenni e decenni zeppi di leggi, norme, direttive, disposizioni e regolamenti astrusi, fatti apposta per rendere impossibile la vita a chi ha sventura di avvicinarsi alla famigerata “Pubblica Amministrazione”. In 20 anni di onorata burocrazia, certificava lo scorso anno il “Quality of Government Index” stilato dall’Università di Goteborg, l’Italia è slittata dalla ventesima posizione alla penultima, su un totale di 36 Paesi. Ci avessero concesso ancora qualche mese non avremmo avuto rivali.

E invece no. Appena un anno dopo, rischiamo di risalire qualche gradino, perdendo anche l’amabile primato di Paese più caotico d’Europa. Succede infatti che dal prossimo mese di dicembre, ovvero fra una manciata di giorni, chi risiede nei comuni con meno di 15mila abitanti, circa 7000 secondo dati recenti, potrà richiedere rinnovo e rilascio del passaporto presso gli uffici postali. Incredibile.

E da febbraio del prossimo anno, giusto per snocciolare le buone notizie un po’ per volta per evitare problemi alle coronarie di chi legge, agli stessi sportelli - dei medesimi comuni - sarà possibile rinnovare anche la Cara d’Identità elettronica. Follia.

Sono le meraviglie del “Progetto Polis”, una delle tante trovate del “Pnrr”, nato - si legge - “per favorire la coesione economica, sociale e territoriale del Paese e il superamento dei digital devide nei piccoli centri e nelle aree interne”.

Nel concreto, il progetto prevede la nascita di “Sportelli Unici” all’interno degli uffici postali che si occuperanno dei servizi della Pubblica Amministrazione, compresi quelli della temutissima “Agenzia delle Entrate”.

Ma non finisce qui, giammai: il progetto include anche la creazione di 100mila postazioni coworking in 250 immobili da Nord a Sud (o viceserve) a disposizione di privati, liberi professionisti, studenti e startup. E Bruxelles, per una volta, muta.