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Dal prossimo 15 dicembre, giustamente in tempo utile per il Natale, a New York entrerà in vigore la “Puppy Mill Pipeline Act”, una proposta di legge che vieta la vendita e l’esposizione nei negozi di cuccioli di cani, gatti, conigli e animali da appartamento. da quel giorno, chi ha intenzione di adottare un cucciolo avrà un’unica strada possibile: passare attraverso associazioni umanitarie, rifugi per animali o allevatori autorizzati. La norma parla chiaro: chi vende cuccioli senza autorizzazione rischia 1.000 dollari di multa.

Una proposta di legge bipartisan che molti sperano sia prima o poi adottata in tutto il mondo, che punta a fermare il commercio di animali provenienti da allevamenti non in regola, dove spesso le femmine sono sfruttate in modo intensivo e i cuccioli allevati nel degrado, senza alcuna cura e supporto veterinario. “Ho visitato alcune allevamenti di cuccioli, ed è ancora oggi inquietante vedere come sono tenuti questi animali”, ha dichiarato Roy Gross, capo della Spca (Society for the Prevention of Cruelty to Animals) della contea di Suffolk.

La Puppy Mill Pipeline Act (più o meno traducibile in “La legge sulla filiera dei cuccioli da allevamenti intensivi”), è nata come costola di una causa in cui diversi proprietari di cuccioli hanno denunciato la catena di negozi di animali “Shake A Paw” di Long Island per aver venduto e rifiutato di rimborsare le spese veterinarie per cuccioli in pessime condizioni di salute che in molti casi sono morti pochi giorni dopo l’acquisto. Dopo più di 100 denunce, il procuratore generale Letitia James ha avviato un’indagine, mentre l’azienda accettava di pagare ai clienti 300.000 dollari come risarcimento. In Italia le associazioni chiedono sia imposto il divieto di vendita nei negozi (al momento non possono essere esposti in vetrine esterne, ma solo interne), ma a parte qualche iniziativa comunale, la questione non è stata ancora affrontata.

Esposti in vetrina, gli animali soffrono il caldo e il freddo esterno e sono costantemente sollecitati da chi si ferma intenerito, senza capire che bussare al vetro spesso diventa una fonte di stress per cuccioli con poche settimane di vita, traumatizzati dal distacco spesso prematuro dalle madri. Ma correttamente, c’è anche chi aggiunge che non è neanche giusto criminalizzare i negozi, che spesso rappresentano solo l’anello finale di una filiera del traffico di cuccioli provenienti soprattutto dall'Est Europa, che sovente arrivano nei negozi malati, dopo aver passato i primi mesi di vita in allevamenti lager.