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In gergo sono chiamate “rape drugs”, “gocce KO” o ancora “liquid ecstasy”: per le cronache sono le droghe dello stupro. Polveri o liquidi incolori e inodori che vengono versate nelle bevande di nascosto durante feste, party o in locali affollati come discoteche. Agiscono entro 15 minuti come forma di euforia che in breve tempo si trasforma in stanchezza. Al risveglio, le vittime non ricordano nulla, ma spesso sono i segni rimasti sul corpo a spiegare cos’è accaduto.

Un fenomeno in preoccupante crescita che tuttavia potrebbe aver trovato una soluzione facile e rapida: un semplice bastoncino da immergere nella bevanda per scoprire nel giro di 30 secondi appena se è stata alterata con qualche sostanza.

Il bastoncino in questione è stato ribattezzato “Spikeless”, ed è un’idea dell’Università della Colombie-Britannique, in Canada: all’apparenza ricorda un normale bastoncino per cocktail, ma al suo interno nasconde un sensore reattivo che permette di individuare la presenza di droghe: se nel giro di mezzo minuto cambia colore, meglio darsela a gambe o avvisare le forze dell’ordine.

Rispetto ad altri sistemi di rivelazione diffusi finora, come bicchieri particolari o smalti reattivi, lo Spikeless è forse lo strumento meno evidente e nel progetto del team universitario che l’ha ideato è già stata pianificata la possibile entrata in produzione attraverso confezioni monouso, tanto discrete quanto economiche.

Il progetto, considerato efficace dopo diversi test, è attualmente in fase di approvazione da parte delle autorità sanitarie canadesi, ma se l’esito fosse positivo non è escluso l’arrivo in commercio in tutto il mondo in tempi brevi, vista la facilità di produzione e il costo irrisorio.