Alla Venaria Reale domenica 5 novembre si festeggia Sant'Uberto, primo vescovo di Liegi, venerato il 3 novembre come “Patrono dei cacciatori” e “protettore di uomini e animali dalla rabbia silvestre”. Una tradizione antica il cui culto si perde nei secoli: il primo a solennizzarne la ricorrenza in Piemonte fu il duca Carlo Emanuele II, poi proseguirono i suoi successori.
La nascita stessa della Reggia e della città, oltreché il loro toponimo, si devono alla pratica venatoria che si svolgeva da parte della corte sabauda fin dal XVII secolo nel territorio, un tempo denominato di Altessano Superiore, e che comportavaf requenti cerimonie e rituali legati a Sant’Uberto.
I festeggiamenti iniziano alle ore 10.30 con la sfilata dell’Equipaggio della Regia Venaria di suonatori di corno da piazza Annunziata nel Borgo antico di Venaria verso la Reggia culminano alle ore 10.45 con la Santa Messa dedicata al Santo che si celebra nella Cappella di Sant'Uberto alla Reggia accompagnata da corni da caccia, trombe e timpani della Reale Scuderia ed organo si concludono alle ore 11.30 con uno maggio musicale a Sant’Uberto dell'Equipaggio della Regia Venaria (corni da caccia), Musici della Reale Scuderia (ottoni e timpani) e organo.
Non solo un’occasione di ascolto, ma un vero e proprio momento da vedere e vivere. La cerimonia, di livello europeo, ha le sue origini in età medioevale ed era anche denominata Missa canum (Messa dei cani), per l’uso di benedire cani e loro padroni alla fine della funzione come avverrà anche domenica 5 novembre. L’uso di accompagnare momenti della Messa con musica, in particolare i corni da caccia, è documentato dal XVIII secolo. L'ingresso è libero, fino ad esaurimento posti.
L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia identitaria del Piemonte, ed in particolare della Reggia e della Palazzina di Caccia di Stupinigi, è stata riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel 2020. La Festa di Sant’Uberto, menzionata da Amedeo di Castellamonte nella sua opera La Venaria Reale, Palazzo di Piacere e di Caccia (1674) e nel Theatrum Sabaudiae (1682), è stata ripresa dal 1996 per iniziativa dell’Accademia di Sant'Uberto, in accordo con la Reggia di Venaria, la Città di Venaria Reale e la Curia Metropolitana anche per promuovere il restauro della Residenza attraverso la musica rappresentativa dello “spirito del luogo”.
Le reliquie di Sant’Uberto Martire, dono di papa Clemente IX a Carlo Emanuele II per La Venaria Reale, si trovavano dal 1669 nella Cappella della Reggia. Per espresso volere del pontefice, l’edificio religioso che le ospitava doveva essere accessibile non solo dall’interno del palazzo, ma anche da tutti i fedeli, per rendere possibile la venerazione anche a chi non appartenesse alla corte: una possibile motivazione dell’apertura della chiesa di corte della Venaria verso la piazza, non solo cappella riservata alla corte interna al palazzo. Cessata la funzione di residenza reale della Venaria, dal 1819 la reliquia è conservata a Stupinigi nella chiesa della Visitazione di Maria Vergine, sulla piazza della palazzina, per volontà di Vittorio Emanuele I.
Per altre informazioni: www.lavenaria.it –www.residenzerealisabaude.com