È uno dei paradossi di questi tempi: da una parte la carenza di alloggi per studenti, spesso costretti ad affittare un divano a caro prezzo, dall’altro l’abbondanza di RSA e case di riposo, che crescono come funghi per stare dietro ad anziani di cui la famiglia non può occuparsi.
A Deventer, città fluviale in provincia di Overijssel, nei Paesi Bassi, qualcuno ha trovato il modo di trovare per la prima volta un punto d’incontro fra i giovani in cerca d’alloggio e gli anziani in cerca di compagnia. La “Residential and Care Center Humanitas” è una casa di riposo che ha deciso di varare un programma sperimentale: ospitare gratuitamente studenti universitari chiedendo in cambio 30 ore mensili da passare socializzando con gli anziani ospiti della struttura. Significa condividere i tavoli durante i pasti, guardare programmi televisivi, ascoltare musica, giocare a carte, festeggiare compleanni ed essere di supporto morale nei casi di interventi o invalidità.
E dopo i primi mesi di sperimentazione, quel che sta venendo fuori è un effetto del tutto inatteso: perché la convivenza fra persone all’estremo della vita - chi è ancora in fase di costruzione e chi invece è al tramonto – ha risvolti benefici per entrambi. Gli anziani sembrano assorbire le energie dei giovani, e i giovani si affezionano a “nonni adottivi”, ritrovando affetti simili a quelli familiari specie per quanti hanno dovuto allontanarsi da casa per proseguire gli studi. E questo senza contare lo scambio di esperienze e competenze, che vanno dai rimedi “della nonna” e la saggezza degli anziani alle competenze digitali dei giovani, che insegnano ai nonni come gestire la posta elettronica e fare videochiamate.
Per fortuna, la RSA olandese non è l’unica ad aver varato un simile esperimento: lo stesso stanno tentando in diverse città come Barcellona, Lione, Cleveland o Liverpool, dove gli studenti stanno addirittura provando una terapia inedita: leggere le opere della letteratura inglese ai malati di Alzheimer.
Diverse ricerche scientifiche collegano la solitudine al declino mentale e all’aumento della mortalità, mentre è stato dimostrato che una regolare interazione sociale con amici e familiari migliora la salute degli anziani.