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Secondo la tradizione, per fare il suo lungo viaggio nella consegna dei regali ai bambini di tutto il mondo, Babbo Natale viaggia su una slitta trainata da 8 renne, a cui a dirla tutta spetta il lavoro più duro. Si chiamano Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Dunder e Blitzen, a cui più o meno 60 anni fa si è aggiunta la più celebre di tutte: Rudolph, conosciuta come la renna con il naso rosso.

A idearla era stato Robert L. May nel 1939, ma la “colpa” dell’assunzione nella forza propulsiva di Babbo Natale è colpa del compositore Johnny Marks, che 10 anni dopo ha scritto uno dei brani natalizi più celebri di ogni tempo: “Rudolph the Red-Nosed Reindeer”.

La leggenda vuole che Rudolph, accolto nella squadra perché grazie al suo naso illumina il percorso della slitta, viveva tranquillamente al Polo Nord insieme alla sua famiglia, ma per via dell’insolito naso rosso era diventato lo zimbello del villaggio.

Diventato grande, Rudolph ha deciso di dare una svolta alla sua vita, presentandosi alle selezioni per le nuove renne al servizio di Babbo Natale, che pur rimanendo colpito dalla sua particolarità, decise di non sceglierla perché poteva impaurire i bambini.

Ma il destino era pronto a dare una mano a Rudolph: la notte di Natale, un forte vento alzava la neve rendendo difficile la visibilità. Babbo Natale era preoccupato: la slitta sarebbe dovuta partire comunque, ma correndo non pochi rischi. Fu a quel punto che vedendo in lontananza una luce rossa, Santa Claus si ricordò di Rudolph, che rese possibile la consegna dei regali ai bimbi di tutto il mondo, diventando da quel momento il simbolo delle renne di Babbo Natale.

Una leggenda dal sapore fiabesco che ad ogni Natale ricorda ai bambini una lezione fondamentale: sono le diversità a rendere ognuno di noi persone uniche e irripetibili.