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C’è chi ha affrontato fino a due ore di coda per scoprire un angolo di Torino che molti torinesi non avevano mai sentito nominare: la “Sala Gonin”, la zona d’attesa creata appositamente per ospitare i Savoia in attesa del loro treno.

Situata dietro l’atrio centrale al piano terra della centralissima stazione del capoluogo, la Sala Gonin ha aperto per due giorni (ieri e oggi, dalle 10 alle 18) per la scelta della Fondazione FS di svelare i propri tesori nascosti. Finora, le uniche aperture della sala si concentravano sulle giornate dedicate ai luoghi patrimonio del “FAI”.

Progettata nel 1864 in stile barocco e senza lesinare sul lusso dall’architetto biellese Alessandro Mazzucchetti (autore anche della Stazione di Alessandria e quella di Genova Piazza Principe), deve il suo nome agli affreschi di Francesco Gonin - uno degli artisti preferiti di Casa Savoia, autore anche del primo libro illustrato dei Promessi Sposi - realizzati con la tecnica del trompe l’oeil che lasciano immaginare il cielo tra colonne e capitelli. Agli angoli della stanza sono visibili angeli che reggono carte geografiche con i quattro continenti. Non mancano quadri che raffigurano personaggi mitologici dipinti per rappresentare allegoricamente gli elementi della Natura.

Una menzione a parte la meritano gli splendidi mobili, i rivestimenti settecenteschi in legno e l’imponente lampadario in raffinato vetro di Murano.

“Dopo il recupero e la valorizzazione dei treni e delle linee ferroviarie storiche e turistiche, le Sale storiche rappresentano la nuova sfida della Fondazione FS per rendere questi gioielli di arte e architettura parte di una esperienza capace di offrire un’occasione di arricchimento per lo spirito e l’intelletto”, ha dichiarato Luigi Cantamessa, Direttore Generale della Fondazione FS e Amministratore Delegato di TTI, Treni Turistici Italiani.