Il posto in auto meno ambito, quello che costringe a “farsi piccoli” soffrendo un po’, è universalmente riconosciuto come quello centrale della fila posteriore.
Eppure, secondo gli esperti, è esattamente quello che garantisce la maggior percentuale di sopravvivenza in caso di incidente. Lo dicono decine di report realizzati analizzando nel dettaglio i dati di sinistri e le conseguenze dei passeggeri, dove spicca un significativo +16% per coloro che occupavano il posto più scomodo del sedile posteriore, quello centrale. Fra i tanti, spicca l’ampio studio datato 2006 ma sempre valido dell’Università di Buffalo, che ha passato al setaccio 60mila incidenti mortali svelando che i passeggeri seduti al centro del sedile posteriore si erano salvati nell’86% dei casi, il 25% in più degli altri due occupanti seduti a lato.
Il motivo sarebbe nella maggiore distanza dal punto dell’impatto in caso di frontale, che permette all’energia cinetica di dissiparsi riducendo le conseguenze. Non a caso, quello centrale è il sedile su cui si consiglia di montare il seggiolino per i bambini.
“Il sedile posteriore centrale è statisticamente il posto più sicuro in cui sedersi in un veicolo - spiega Dominic Wyatt dell’International Drivers Association – un dato certamente inaspettato, ma che resiste alla prova dei fatti. Sebbene sia considerato il posto più sicuro, potrebbe non essere il più confortevole per gli adulti, soprattutto durante i lunghi viaggi. I passeggeri del terzo sedile posteriore si lamentano spesso dello scarso spazio per le gambe e delle posizioni scomode. Un viaggio in auto ideale concilia sicurezza e comfort, ma a volte, questi due fattori non coincidono”.
Eppure, un’inchiesta del “New York Times” di qualche anno fa aveva fatto dei calcoli più precisi, spiegando che la distanza – questione di centimetri – non sempre è sufficiente per scongiurare gli effetti dei sinistri, e questo perché statisticamente chi siede dietro raramente indossa le cinture di sicurezza.