Dopo 120 di onorata carriera, passati inseguendo palline e palloni di ogni dimensione, la figura del raccattapalle va in pensione. Almeno così sta per succedere nella Serie A, l’ex “campionato più bello del mondo”, che ha deciso di sostituirli con i “cinesini”, dei coni in plastica disposti a 2,5 metri oltre le linee del campo: 6 sul lato panchine e 5 su quello all’opposto. Saranno i giocatori a dover correre per prendere il pallone, senza più aspettare quella del raccattapalle, che a volte ha l’ordine di scuderia di perdere qualche istante prezioso, e il cui ruolo sarà solo più quello di sistemare i palloni sui coni.
È in fondo l’addio ad una figura del calcio marginale e fondamentale al tempo stesso, spesso rappresentata da ragazzini dei settori giovanili della squadra di casa e ancora più spesso primo passo nel mondo pallonaro di futuri campioni come Ciro Ferrara, che spesso ha ricordato le sue prime esperienze sui campi di calcio come raccattapalle.
Tutto era cominciato all’inizio del Novecento, quando il “Chelsea” si assicura il portiere William “Fatty” Foulke, comprato dallo Sheffield, un pezzo d’uomo nemmeno tanto agile ma in compenso alto quasi due metri per 146 kg di peso che aveva preso l’abitudine di far piazzare due ragazzini ai lati della porta perché la sua stazza diventasse ancora più evidente, scoraggiando gli avversari. Fra i loro compiti anche quello di recuperare i palloni per il portierone, poco incline alle corse. Nel giro di poco, mettendo da parte il ruolo da “colonna” sul lato della porta, quasi tutte le squadre inglesi finirono per sistemare ragazzini sui lati del campo, a cui era affidato il compito di inseguire i palloni finiti fuori.
Da lì, l’idea del raccattapalle ha dilagato fino ad arrivare al passato recente, quando da regolamento ne erano previsti dieci: tre sui lati lunghi del campo e due dietro ogni porta. Poi è arrivata la frenesia del tempo di gioco perso inutilmente (quella è ormai solo più prerogativa del “Var”), con la moltiplicazione dei palloni presenti intorno al campo.
Ma quella della Serie A italiana, testata durante la finale di Coppa Italia fra Juventus e Atalanta, non è la prima e soprattutto l’unica rivoluzione: per la loro Premier League, gli inglesi hanno già abolito il “ball-boy”, e lo stesso è successo in Brasile, dove a sostituire i ragazzini è stata chiamata una macchina spara-palloni.
Ma dopo aver messo mano alla figura del raccattapalle, la nuova stagione di Serie A avrà altre novità importanti, a cominciare dalla tolleranza zero degli arbitri verso il gioco violento e qualsiasi forma di razzismo, entrambi puniti con più cartellini gialli e rossi. Saranno soltanto i capitani gli unici a poter rivolgere la parola all’arbitro, pena ancora una volta una pioggia di cartellini colorati. E a proposito di bambini, spariranno anche quelli che accompagnano le squadre all’ingresso sul campo. Il calcio è roba per grandi, baby.