Billy Cristal, uno dei più celebri comici americani, diceva “Le donne hanno bisogno di una ragione per fare sesso. Gli uomini di un posto”. A mettere d’accordo entrambi ci pensa l’estate, la stagione che più di ogni altra favorisce gli incontri, le scappatelle, i flirt, gli amori da ombrellone eccetera.
Sesso ed estate restano comunque un binomio intramontabile: secondo un recente studio di “Pirati in Viaggio”, piattaforma italiana del gruppo HolidayPirates Group, portale di offerte di viaggio, più di un italiano su due dichiara che il sesso in vacanza è più passionale ed avventuroso se confrontato all’attività sessuale della vita di tutti i giorni, con una la percentuale che arriva quasi al 70% per i viaggiatori della Gen Z.
Elemento considerato decisivo dal 30% degli intervistati è il maggior tempo libero a disposizione che consente di dedicarsi, senza fretta, a tutti gli “ingredienti” delle fughe più hot come gesti romantici, preliminari e massaggi.
Lo studio, volto a scoprire il legame tra sesso e vacanza, ha passato in rassegna dalla frequenza alla nazionalità di coloro che sono considerati più esperti nei flirt, fino ad arrivare ai posti preferiti in cui farlo.
Quasi la metà degli intervistati (47%) dichiara che la vacanza non incide sul numero di volte in cui si hanno rapporti. Tra le motivazioni principali di chi, invece, fa più sesso in vacanza (il 38% degli intervistati con Gen Z e Millennials-Gen Y in testa, rispettivamente al 41% ed al 40%) spicca la mancanza di stress mentale del tran tran quotidiano (51%), la voglia di sperimentare e lasciarsi andare (25% - dato che sale al 44% per i Baby Boomer) e più momenti liberi da impegni personali e professionali (19%).
Più ridotto il numero di coloro che ammettono di fare meno sesso(15%) durante le ferie: per il 31% qdipende dalla stanchezza derivante dalle attività intense svolte durante il periodo di villeggiatura e per il 23% dalla tipologia di alloggio scelta che può limitare di molto la libertà sessuale.
In merito a dove si è già fatto sesso in vacanza la camera del proprio alloggio rimane, con il 90% delle preferenze, il “classicone”. In seconda posizione, a sorpresa, si posizionano la spiaggia e il mare, che si aggiudicano entrambi il 47% delle preferenze. Al terzo posto location altrettanto audaci come l’auto (38%) e i luoghi aperti nella natura come boschi e vigneti (37%).
La vecchia, cara camera in pole position anche per la Gen Z, che sceglie come luogo del cuore anche la macchina (43%) e per i Baby Boomer, particolarmente attivi anche in barca (26%).
Gli italiani si dimostrano creativi rispetto ai luoghi da provare come location per il sesso in vacanza: sul podio svetta al primo posto la barca (38%), al secondo – curiosamente – il rifugio di montagna (35%) e al terzo a pari merito spiaggia e piscina (rispettivamente 29%).
Pochissimi (1%), coloro che rientrano già nella “mile high club” (slang inglese per definire chi ha fatto sesso in volo), ma tanti quelli che vorrebbero entrarci, oltre il 20% (addirittura il 36% per la caliente Gen Z).
La natura continua ad avere il suo fascino: ben il 24% per certe attività vorrebbe sperimentare boschi e vigneti. Da non trascurare l’importanza della cultura: il 9% sogna di trascorrere una visita al museo… molto coinvolgente.
Analizzando le differenze di genere, mentre la barca e il rifugio di montagna ottengono dalle donne quasi lo stesso numero di preferenze (37% e 36%), a vincere per gli uomini è la barca (42%) distaccandosi dal rifugio di montagna che ottiene la stessa posizione dell’aereo (entrambi 33%).
Per chi decide di partire per le vacanze da soli o con amici (come il 27% degli intervistati) gli italiani sono universamente considerati dei grandi amatori. A torto o a ragione, gli abitanti del Belpaese hanno la fama di maestri indiscussi del flirt in vacanza con il 45% delle preferenze confermandosi i latin lover per eccellenza.
I rivali più focosi da temere sono gli spagnoli, selezionati dal 28% di chi ha risposto, e i brasiliani, scelti dal 6%. Una posizione inaspettata, ma degna di menzione va ai viaggiatori dalla Germania e dagli Stati Uniti al 4%. Mentre il premio per i più timidi va, invece, a canadesi, australiani e norvegesi (con preferenze tutte ampiamente sotto l’1%).