È un annuncio che chiude un’epoca, quello che in queste ore sta facendo il giro del mondo: dal mese di marzo, la produzione della Smart Fortwo si chiude per sempre.
La più iconica delle citycar, antesignana di quella che nel 1998 era stata quasi una scommessa, se non un azzardo, immaginando una citycar con due posti secchi tanto minuscola quanto sfiziosa e modaiola, zeppa di ergonomie, colori accattivanti e piccole chicche di design.
Era stata il risultato di una strana e curiosa alleanza iniziata fra la “Swatch”, marchio svizzero che aveva appena rivoluzionato per sempre il mondo dell’orologeria, e Mercedes-Benz, colosso tedesco sinonimo di prestigio e classe, ma con le antenne sempre dritte per cogliere occasioni e opportunità. Doti necessarie per sopravvivere nell’universo dell’automotive, dove chi non sa evolversi è destinato a sparire.
Aveva debuttato come “MCC”, acronimo di Micro Compact Car: guardata all’inizio con sospetto, la “Fourfour” era lunga 2,5 metri esatti, alta 1,52 e larga 1,51 e rispondeva al concetto di “tutto dietro”, con motori a benzina 3 cilindri (un 1.0 con 71 CV e 0,9 litri turbo con 90), cambio robotizzato e trazione posteriore per aumentare la sensazione apparente del poco spazio interno e soprattutto aumentarne l’agilità. Nel 2002, visto il successo globale – soprattutto nelle grandi metropoli perennemente intasate di traffico come Roma – Smart era diventato un marchio a sé, inserendo in gamma il diesel da 800 cc e 40 CV, e qualche centimetro in più che portava la lunghezza a 2,7 metri.
Nel 2019, Smart è il primo produttore in assoluto ad annunciare la svolta completa all’elettrico: dall’anno successivo la “EQ Fortwo” diventa l’unica Smart in vendita, con 160 km di autonomia garantiti da una batteria da 17,6 kWh e un motore da 82 CV sistemato sull’asse posteriore.
Al momento, secondo voci di corridoio, non è prevista una nuova generazione, se non un accenno assai generico ad una fase di sviluppo che potrebbe comunque prolungare il digiuno da Smart fino al 2027. I piani aziendali sono tutti su Smart #1 e Smart #2, due Suv elettrici assai distanti dalla filosofia e dalle dimensioni a cui siamo abituati: il primo è lungo 4,27 metri e assicura 400 km di autonomia, il secondo arriva addirittura a 4,40 metri.