Ancora una volta, è ufficiale: alla faccia del cibo buono, del sole, della moda e delle supercar, l’Italia non è fra i migliori paesi al mondo in cui vivere.
Sarebbe bastato chiederlo direttamente a noi italiani, invece a consacrare quello che finora era solo un sospetto è la nuova edizione del “World Happiness Report”, la classifica annuale che da dieci anni a questa parte celebra la giornata internazionale della felicità indicando i posti dove incrociare la felicità è più semplice.
La classifica, che per la sesta volta di fila incorona la Finlandia, è stilata sentendo i pareri di 100mila persone in 137 Paesi diversi su argomenti come sostegno sociale, reddito, salute, libertà, generosità, assenza di corruzione. Cose su cui l’Italia pecca un po’. Ma a parziale consolazione di chi non entra in classifica o resta parecchio indietro, come il nostro Paese, per la prima volta nella sua storia ammette che sta diventando sempre più complicato misurare il grado di felicità dei popoli. Fra pandemia, crisi, guerre e minacce, parlare di felicità inizia ad essere un percorso tortuoso che il più delle volte sfocia in un’altra definizione cara a questi anni difficili: resilienza. Concetto che applica all’esistenza la capacità di un materiale di assorbire un urto senza andare in frantumi, e che riportato al genere umano suona un po’ come l’infallibile “tirare a campare”.
“La felicità media e le classifiche della Finlandia, sia per le emozioni che per le valutazioni della vita, sono rimaste stabili durante i tre anni dettati dal Covid - commenta in una nota John Helliwell, fra gli autori del report - anche durante questi anni difficili, le emozioni positive sono rimaste due volte più prevalenti di quelle negative. L’obiettivo della politica e dell’etica dovrebbe essere il benessere umano: la mappa della felicità mostra che il benessere non è un’idea ‘vaga’, ma piuttosto si concentra su aree di importanza critica: condizioni materiali, ricchezza mentale e fisica, virtù personali e buona cittadinanza”.
La Finlandia, che detiene stabilmente il primato, apre in realtà un’infilata di paesi nordici dove la qualità della vita è da sempre altissima. Fra le novità di quest’anno il 20esimo posto della Lituania, che guadagna 10 posizioni rispetto al 2022, mentre l’Italia rimedia la 33esima posizione. Addirittura fuori dalla classifica Afghanistan e Libano, due paesi dove la guerra non permette certi tipi di finezze.
LA CLASSIFICA
1. Finlandia
2. Danimarca
3. Islanda
4. Israele
5. Olanda
6. Svezia
7. Norvegia
8. Svizzera
9. Lussemburgo
10. Nuova Zelanda
11. Austria
12. Australia
13. Canada
14. Irlanda
15. Stati Uniti
16. Germania
17. Belgio
18. Repubblica Ceca
19. Regno Unito
20. Lituania