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Chiamarlo un esperimento riuscito è riduttivo: il test sulla settimana lavorativa di 4 giorni nel Regno Unito è stato definito “un successo clamoroso”.

L’esperimento, che per sei mesi ha coinvolto 3300 dipendenti di 70 aziende diverse, fortemente voluto dall’associazione non profit “4 Day Week Campaign”, è considerato il più vasto sondaggio mai realizzato finora sulla settimana ultra corta, e secondo i risultati, passati al setaccio senza sconti da diversi professori universitari di atenei di tutto il mondo (Boston College, University of Cambridge, University College Dublin e Vrije Universiteit Bruxelles), i benefici di lavorare da lunedì a giovedì senza alcun ritocco allo stipendio non lasciano dubbi: il 39% dei dipendenti coinvolti si è sentito meno stressato, il 54% è riuscito più agevolmente a bilanciare gli impegni di famiglia e lavoro e il 15% vorrebbe non tornare all’orario normale.

Ma tutto questo, senza una contropartita aziendale, sarebbe rimasto nel cassetto dei desideri. Invece, calcoli alla mano, i ricavi delle aziende coinvolte nel test sono aumentati dell’1,4% esattamente nei mesi della sperimentazione. E in più, rispetto ad un periodo con orari normali, il tasso di licenziamenti volontari è sceso del 57%.

A creare i presupposti della massiccia fase di sperimentazione era stata la curiosità destata nel Regno Unito dal primissimo test realizzato in Islanda per tre anni, dal 2015 al 2019, terminato con ottimi risultati tanto per la qualità della vita dei dipendenti, quanto per i bilanci delle aziende coinvolte. Il clamore aveva coinvolto anche Spagna e Portogallo a varare iniziative simili, mentre il Belgio è andato addirittura oltre, portando in Parlamento una proposta di legge per permettere la libera scelta ad ogni lavoratore di optare fra 4 e 5 giorni lavorativi, sempre a parità di stipendio, con in più l’aggiunta del diritto ad ignorare qualsiasi telefonata, email o messaggio ricevuti dal lavoro al di fuori degli orari stabiliti.

Ma c’è anche chi si dichiara contrario alla rivoluzione, convinto che concentrare i carichi di lavoro su 4 giorni anziché 5, alla lunga possa portare ad un aumento dello stress e di conseguenza della produttività.