Sì, certo, la salute è al primo posto. Però subito dopo, ad un’incollatura, si piazza sua maestà il denaro. Vivere senza, o con il minimo indispensabile, in alcuni casi può essere una precisa scelta di vita, per contro, in molte altre una decisione presa dalla sfiga. Ma in ogni caso diffidate dalle imitazioni, perché quel che ci hanno raccontato finora è soltanto una “supercazzola”: avere soldi in abbondanza rende felici.

Ad affermarlo con certezza, per la prima volta nella storia dell’umanità, è la scienza, scesa in campo che per fare chiarezza una volta per tutte. Ad essere ancora più precisi, alla conclusione si è giunti dopo un incontro-scontro fra due luminari esperti in materia: da una parte Matthew Killingsworth, docente di psicologia alla Pennsylvania University, all’angolo opposto Daniel Kahneman, cattedra a Princeton e premio Nobel 2002 per i suoi studi sulla finanza comportamentale. La teoria del primo, si basa su un sondaggio realizzato nel 2021 su 34mila americani benestanti a cui ha chiesto per un mese di indicare da 1 a 10 il loro grado di felicità, fino a scoprire che più i conti correnti sorridevano, più lo stato di benessere emotivo si alzava. Per il secondo, al contrario, 90mila dollari all’anno (84mila euro, più o meno), è il limite massimo all’asticella della felicità.

Per dare chiarezza all’umanità assetata di risposte, i due hanno dato vita a quella che nella comunità scientifica viene definita una “adversarial collaboration”: l’incontro tra fazioni opposte alla ricerca di un soluzione. I due si sono incontrati, hanno confrontato le loro teorie, analizzato dati, prospetti, diagrammi e statistiche, partorendo dopo settimane uno studio congiunto che aveva come finalità sfatare o confermare la domanda di partenza: i soldi fanno la felicità?

La conclusione, pubblicata sulle pagine di “The Proceedings of the National Academy of Science” è un sonoro e rotondo sì, il denaro rende felici, euforici, leggeri, almeno quanto non averne è fonte di tristezza, infelicità e preoccupazioni. In pratica aveva ragione Killingsworth e Kahneman torto, anche se alcuni dati risultati sembrano dimostrare che nelle sue teorie una parvenza di verità c’è.

Ad esempio, la soglia di 100mila euro può essere considerato lo spartiacque che chiarisce il concetto: per chi vive nelle zone più povere e infelici del pianeta, rappresenta la conquista della felicità, ma anche una sorta di limite massimo oltre il quale non si registrano effetti euforici maggiori. Al contrario, per quanti ai 100mila dollari sono abituati, ogni incremento di capitale accresce la sensazione di benessere diffuso.

Quindi, al netto di sapere finalmente che i soldi regalano felicità, anche ipotizzando un mondo di ricchi ci sarebbe chi è più felice e chi meno. Destino infame.