Il primo dato è quasi scontato: a 9 italiani su 10 viaggiare piace tantissimo, al punto che il 96% ha in programma almeno un viaggio entro la fine dell’anno. Ma ad essere curioso è il secondo dato, quello secondo cui dei 9 italiani pronti a viaggiare, ben 6 dichiara di volerlo fare da solo, alimentando le file dei “solo-traveller”, i viaggiatori che preferiscono se stessi alla compagnia di altri.
L’ha raccontato uno studio nato dalla collaborazione di “Zuegg”, quelli dei succhi di frutta, e “WeRoad”, una community di viaggiatori europei, e a certificarlo ci sarebbero le ricerche di “Google”, dove la ricerca “viaggi in solitaria” sono triplicate, al pari dell’hashtag #solotraveler. Una modalità di viaggio in solitaria che in realtà ha spesso un risvolto ormai pronto a diventare un trend: viaggiare insieme a sconosciuti, gente che si incontra casualmente sul posto con cui fare gruppo. Una formula a metà della completa solitudine che a volte, in certi posti, può essere una limitazione.
Certo, serve un pizzico di fortuna, ma si tratta di esperienze in grado di arricchire il bagaglio di esperienze e amicizie uscendo dalla solita cerchia, rassicurante da una parte ma asfissiante dall’altra. L’indagine si è spinta fino a delineare il profilo del solo-traveller moderno: un/una single tra 25 e 49 anni con un lavoro in una grande azienda che tendenzialmente fa fatica a conciliare tempo libero e lavoro e per le proprie vacanze preferisce assaporare la libertà (50%), cerca l’avventura e la scoperta (37%) e vuole immergersi nella cultura, nelle tradizioni e nella cucina locale (31%). Ma è curioso scoprire che si tratta soprattutto di donne, secondo gli esperti da una parte perché più costrette dei maschi a obblighi e impegni anche familiari, mentre dall’altra è la dimostrazione pratica di uno straordinario obiettivo raggiunto: la completa indipendenza, fisica, morale e materiale.
Una tendenza che tuttavia non è solo italiana: nel 2018, la community americana “Contiki” aveva previsto entro la fine dell’anno un boom di giovani statunitensi che sarebbero partiti per l’Europa completamente da soli. Ovviamente, a spingere in alto il trend del viaggio intesa come sfida contro se stessi sono i Millennials, ma l’idea sembra piacere in modo trasversale. E molti, al ritorno, parlano di esperienza salvifica che ha permesso di riflettere senza distrazioni, di concentrarsi su sé stessi, i propri desideri e la direzione che è necessario imprimere all’esistenza.