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Prima o poi doveva succedere. Anzi, era già successo, ma forse nessuno se n’era accorto. Ma prima di iniziare è meglio farsi una promessa: a certe cose prima o poi dovremo abituarci, perché il mondo di certe cose se ne frega e forse, in fondo, ha ragione.

Certo, fa un po’ male scoprire che dopo il clamoroso caso della pizza all’ananas, che qualcuno anche in Italia ha pensato di tentare finendo sotterrato dalle pernacchie, ora è arrivato il momento della carbonara, piatto tipico della cucina romana e portatore sano di un’italianità che richiede almeno non violenza: bastano uova, un pezzetto di guanciale, del pecorino e della pasta.

Ma ora, come dire, è finita. La “Heinz”, colosso agroalimentare statunitense che già nel lontano 1963 si era comprata la “Plasmon”, azienda che aveva cresciuto milioni di piccoli italiani, ha annunciato l’aggiunta di una nuova “scatoletta” ad una collezione pressoché infinita di “Tin” – come sono chiamate - fatta di minestroni, passati, sughi e salse. Solo che questa volta è andata sul pesante, perché la novità è sua maestà la carbonara, ma in scatola. “Un piatto perfetto da scaldare nel microonde perfetto per la Gen Z”, che non ha alcuna voglia di perdere tempo a cucinare.

Sul web, dove l’annuncio gironzola da giorni, è in corso la bufera, con anatemi che partono dall’Italia o da chi vive da altre parti ma è convinto che toccare la carbonara dovrebbe essere un reato punito da una risoluzione delle Nazioni Unite, e pure in modo duro e inflessibile. Perché serva da lezione a tutti.

Ma nulla ferma la globalizzazione, e dal prossimo settembre la “Spaghetti carbonata, pasty cream sauce with pancetta” sarà in vendita all’equivalente di 2,50 euro in tutti gli scaffali del Regno Unito, forte di sondaggi che hanno convinto il colosso di Pittsburgh, Pennsylvania. Secondo diverse ricerche di mercato, più del 30% del campione del target a cui è idealmente dedicata la carbonara (fra i 15 e i 29 anni), pretende ormai cibo comodo e saporito, perché non ha voglia di perdere tempo a pensare se la pasta va messa prima o dopo che l’acqua vada in ebollizione. Ma non per questo è gente disposta a rinunciare al piacere del sapore.

La carbonara della Heinz risponde a tutto questo: all’interno, recita la confezione, non mancano spaghetti e la pancetta (il primo errore), ma restano i dubbi sul resto, l’impasto giallastro che dovrebbe ricordare l’uovo trattato a dovere con il pecorino romano ma sembra ben altro.

Il lancio è previsto in grande stile, perché è proprio con la carbonara che la Heinz torna alla pasta in scatola, dopo aver rinunciato anni fa a delizie come gli spaghetti bolognese, i ravioli di manzo e la misteriosa pasta alla salsiccia di cui da queste parti non ne n’è mai avuta notizia.

E per l’occasione è già pronta una campagna che usa colori pastello come il giallo ocra e il rosa, di quelli che piacerebbero a Barbie, se fosse nata a Testaccio.

Il “Times” inglese, a commento della notizia, ha pensato di interpellare Alessandro Pipero, chef stellato romano considerato uno dei signori della carbonara fatta come piace agli dei, a cui è bastato un rapidissimo concetto per spiegare il suo pensiero: “sembra cibo per gatti”. Non meno caustico lo chef Gianfranco Vissani: “Si dovrebbero vergognare”.