Poco più di 1.700 km separano Madrid da Londra, un’ora e mezza di volo mal contate. Ma sono fresche di questi giorni due notizie che raccontano quanto due delle capitali più influenti, cosmopolite e vive d’Europa (in senso geografico, ovviamente), abbiano imboccato strade completamente diverse.
Da un lato Londra, la frizzante capitale inglese, dagli ’60 epicentro di mode, trend, musica e proteste, che secondo un’inchiesta del quotidiano “Telegraph”, è diventata una metropoli noiosa e poco propensa alla nightlife. Lo dimostra la difficoltà nel trovare un ristorante o un pub ancora aperti dopo le 22:30. Idem per le discoteche, alcune immense come la “Drumsheds” aperta di recente a Tottenham all’interno di quello che un tempo era un gigantesco magazzino Ikea, che apre intorno alle 12 e chiude fra le 22:30 e le 23. Una tendenza che ha visto la nascita di un hashtag tra i più virali che recita #LameLondon, più o meno Londra che palle.
Secondo l’inchiesta, oltre all’abitudine degli inglesi di cenare verso le 19, sono le conseguenze finali di una crisi che si sta abbattendo da anni sul Regno Unito, culminata con la chiusura di 1.165 locali notturni tra il 2006 ed il 2022, al pari dei pub, diventati 2.500 quando fino a pochi anni fa quelli sulla piazza londinese superavano quota 5.000. Tutto questo, spiega il quotidiano, è figlio della mancanza di giovani migranti europei che un tempo trovavano piccoli lavoretti soprattutto come camerieri per pagarsi gli studi, ma anche degli effetti dell’inflazione amplificata dalla Brexit, che ha portato la tradizionale “pinta” di birra a sfiorare i 10 euro.
Quasi 2000 km più in basso, in Spagna, i problemi sono esattamente opposti. Pochi giorni fa, la vice premier e ministra del lavoro e dell’economia sociale Yolanda Diaz si è scagliata con forza contro l’abitudine degli spagnoli di cenare molto tardi, mai prima delle 21, e quella ancora peggiore di tirar tardi la notte nelle zone della movida.
Che famiglie intere, con tanto di bambini, siano ancora sedute nei ristoranti dopo le 22:30 per la signora Diaz è “una follia”, arrivando a proporre un disegno di legge che prevede di anticipare la chiusura dei locali notturni. Non si tratta di essere bacchettoni: il problema, spiega la ministra, non è nella voglia di vivere dei suoi connazionali, quanto piuttosto la situazione può portare a conseguenze sulla salute di chi lavora, sottoposto a stress notturni continui. A supporto della sua tesi, la Diaz ha portato decine di indagini e analisi di esperti, secondo cui l’abitudine a cenare troppo tardi sfocia a problemi digestivi, con ripercussioni sul benessere psicofisico e perfino nel rendimento sul posto di lavoro.
In realtà, una scusante storica gli spagnoli possono accamparla. Malgrado sia a ovest rispetto al meridiano di Greenwich, dal 12 maggio 1949 la Spagna si è allineata allo stesso fuso dell’Europa centrale per volontà di Francisco Franco, in vena di compiacere Adolf Hitler allineando l’ora del suo Paese a quello della Germania.