Esiste un fenomeno viscerale, trascinante e misterioso, che ogni anno a settembre torna a ripresentarsi con forza, attirando gente che proprio non riesce a resistere. È il potere della cartoleria, del profumo di carta, penne, gomme, quaderni, agende, post-it, pennarelli ed evidenziatori colorati, che mettono allegria, sprizzano positività e diventano irresistibili.
Succede con maggiore forza proprio a settembre, quando è ora di rifare il corredo scolastico dei figli, ma spesso diventa l’occasione per concedersi qualcosa che in realtà potrebbe non servire, visto che gli adulti spesso risolvono tutto tra computer, tablet e smartphone. Ma resistere è impossibile.
Se qualcuno si riconosce in tutto questo sappia che non è da solo, lo testimonia un hashtag fra i attuali, #StationaryAddicted, che più o meno significa “dipendente dal materiale di cancelleria”.
Secondo la scrittrice Dakota Duncan, che ha affrontano l’argomento in un articolo: “I colori, gli odori e la semplice varietà di penne, matite, forbici, gomme e quant’altro evocano una sensazione di felicità he spesso sconfina in un senso di leggerezza”. Lo stesso pensiero utilizzato da Beth Bruno, un’altra autrice: “Tornare a casa con cancelleria nuova consente di lasciarsi alle spalle il passato e cominciare tutto daccapo, di mettere da parte le cose vecchie e organizzare quelle che sono rilevanti per la vita di adesso”.
Il motivo, hanno tentato di spiegare gli esperti, è che il mese di settembre rappresenta psicologicamente un nuovo inizio dopo le vacanze estive, che ha bisogno di essere accompagnato da qualcosa di fisico, magari come un’agenda da dedicare al “journaling”, com’è chiamato oggi il diario quotidiano (spesso segreto) che molti psicologi consigliano fra le sane abitudini per tenere un dialogo con sé stessi.
Ma c’è anche un’altra sensazione: quella di sentirsi più produttivi, rigenerati dalla pausa estiva e pronti alle nuove sfide che ci attendono sul posto di lavoro. Perché in fondo, comprare un’agenda o un notes significa la nascita di un nuovo progetto.
“Noi esseri umani siamo programmati per avere bisogno di eventi, date importanti e rituali, sia come punti di partenza, sia come punti di arrivo delle nostre intenzioni, dei nostri obiettivi e delle nostre aspirazioni”, aggiunge Rachel Taylor, esperta in neuroscienze.
Per Carole Hübscher, presidente del marchio di cancelleria Caran d’Ache, “l’interesse per la cancelleria è legato anche al fatto che richiama i nostri sensi: la vista e il tatto, ma anche l’udito, dal clic di una penna a sfera al rumore della mina di una matita che sfrega sulla carta mentre si disegna”. Non è un caso se le previsioni del settore parlano di un prossimo e prepotente ritorno della stilografica.
E tutto questo senza contare che riuscire a tornare alla carta e ad una realtà analogica - per quanti riescono poi realmente a utilizzare ciò che hanno comprato d’impulso – rappresenta un ottimo antidoto contro la digitalizzazione esasperata in cui siamo ormai immersi ogni giorno. In fondo, oltre alla funzione di telefono, lo smartphone si è impossessato di quella che un tempo era la cancelleria: c’è il notes, l’agenda, il post-it digitale e via così.