Finite le parti del corpo in cui farsi tatuare qualcosa, la nuova frontiera del “tattoo” sale di grado e si impossessa del sorriso. Il trend, ufficialmente definito “Tattooth” - tamponamento lessicale fra “tattoo” (tatuaggio) e “tooth” (denti) - nasce nei paesi anglosassoni, a cominciare rapper e sportivi americani con LeBron James, e complici i social sta dilagando ovunque. A primeggiare, dicono le cronache, sono i giovani giapponesi, perdutamente appassionati di nail art.
In pratica, la nuova corrente consiste nel farsi tatuare uno o più denti, per mostrare un sorriso che da vicini può stupire, ma a due passi di distanza sembra una carie o dell’inestetico tartaro accumulato. Ma tant’è: chiamasi moda, e va presa così com’è.
Avvicinarsi al Tattooth, perlomeno, può essere un processo graduale, meno impegnativo, costoso e doloroso che inizia dai trasferelli, esattamente come quelli dei bambini: se l’effetto non è quello voluto toglierli è semplicissimo e comunque vaniscono dopo una manciata di ore senza lasciare traccia sullo smalto.
Ma da lì, la discesa è vertiginosa: sul mercato si trovano tatuaggi dentali già pronti che vanno applicati con una colla che indurisce sotto le lampade UV, con durate che vanno da giorni a mesi interi. Per poi arrivare all’ultimo grado, quello che richiede l’intervento di un odontotecnico che nel creare una normale corona di un dente inserisce pigmenti con cui realizzare il disegno che viene richiesto. In pratica faccette dentali che non intaccano lo smalto del vero dente, ma piuttosto lo ricoprono e possono essere sostituiti a piacimento.