No, la “app” per i terrapiattisti non esiste ancora, ma probabilmente è solo questione di tempo. In compenso, da pochi giorni ha debuttato quella di “Enigma Labs”, startup che ha deciso di concentrare i propri sforzi tecnologici sul mistero degli “UFO” o degli “UAP” (Unidetified Anomalous Phenomena), fenomeni anomali non identificati, come qualcuno preferisce definirli.
Il tutto concentrandosi sui continui e incessanti avvistamenti che mesi fa hanno messo in difficoltà perfino il Pentagono americano, costretto ad ammettere che non esistono spiegazioni scientifiche e conoscenze tecniche sufficienti per spiegare alcuni dei casi analizzati.
Ma finora, vedere un oggetto luminoso sfrecciare improvvisamente in cielo equivaleva a raccontarlo agli amici e magari sui social, e poco di più, ma sempre e comunque con il rischio di passare per sciocchi e faciloni.
A breve, perché l’applicazione è ancora in fase di test e al momento è aperta solo su invito, sarà possibile segnalare in tempo reale strane presenze in cielo, partendo da un database precaricato con 300mila avvistamenti in tutto il mondo.
E non solo, perché l’app sarà in grado di valutare se nel momento della segnalazione nella zona indicata erano in corso fenomeni metereologici di particolare intensità che potrebbero aver creato illusioni ottiche, e promette perfino di valutare le fonti: “Piloti militari altamente credibili, osservatori addestrati con avvistamenti confermati da diversi sensori e, all’opposto, un unico testimone che magari ha bevuto qualche bicchiere di troppo e ha visto una luce nel cielo”, come ha commentato nel corso di un’intervista con “Wired USA” Mark Douglas, direttore operativo della startup. In pratica, "La questione centrale delle fasi di studio si è concentrata sui dati: cosa è credibile cosa no, chi è credibile e chi no. Stiamo cercando di portare un alto livello di standardizzazione e di rigore”. Come a dire, millantatori ed emulatori state alla larga, perché questa roba non è per voi.
Quando un utente apre l’app, viene invitato a rispondere ad una serie di domande che descrivono ciò che ha visto: si inizia con le informazioni di base (dove hai visto questa cosa e per quanto tempo è rimasta in aria?), per poi scendere sempre più nel dettaglio chiedendo di descrivere la forma dell’oggetto e il tipo di movimento. Subito dopo è richiesto il caricamento di un video o una foto dell’oggetto, che viene immediatamente scandagliato alla ricerca di segni di montaggi o altre forme di manipolazione. Alla fine, se la segnalazione risulterà credibile, si accede alla possibilità di raccontare l’intera vicenda. E secondo voci non del tutto confermate, la segnalazione potrebbe arrivare direttamente al Pentagono.