“Ti mando un bacio”, si dicono da millenni gli amanti che tra loro hanno troppo spazio per potersi baciare di persona. Una bacio spedito che un tempo era il sigillo finale delle lettere d’amore scritte a mano, e in tempi recenti è sintetizzato da un “emoticon”, un simboletto a forma di labbra rosso fuoco che significa ti mando un bacio, ovunque tu sia.
Ma più di questo non si andava, non era fisicamente possibile spedire un “apostrofo rosa tra le parole ti amo”, come lo definiva il Cyrano de Bergerac rivisitato dalla penna dello scrittore Edmond Rostand.
Eppure, accidenti, anche questo problema potrebbe avviarsi versi la soluzione definitiva. Per pensare di risolverlo, serviva nell’ordine uno scienziato disposto a concentrarsi su superare il confine fisico del bacio, e che fosse spinto da necessità personali, come ad esempio un amore a distanza che dava tormenti anche a lui.
Esattamente la combinazione che ha colpito in piena fronte Jiang Zhongli, scienziato del “Vocation Institute of Mechatronic Technology” di Changzhou City, provincia di Jiangsu, Cina. Il tenerissimo Jang ha svelato nel corso di un’intervista che tempo fa viveva un amore a distanza con la fidanzata, provando il dolore sottile di una lontananza fisica che – appunto – si limitava appena di mandarsi disegnini di labbra al posto dei baci che i due avrebbero volito scambiarsi di persona. Ma non era possibile.
È a quel punto che Jiang Zhongli decide di mettere a frutto gli studi i meccatronica, scienza che studia come far incontrare meccanica, elettronica e informatica, per risolvere il problema della lontananza dall’amata rimasta secco di baci. Aiutato da qualche collega, forse convinto che avrebbe potuto presentargli alcune amiche delle fidanzata, Jiang si è messo all’opera, fin quando ha tirato fuori l’idea che destinata ad annullare la distanza fra due persone che vorrebbero incrociare le proprie labbra, ma non possono farlo.
Il risultato si chiama “Remote Kiss”, bacio da remoto, ed è un inquietante riproduzione in silicone di due labbra protese a mo’ di bacio riempite di sensori a pressione, che nella mente offuscata dal desiderio di Jiang dovrebbero simulare quelle dell’amato/a. Per completare la trovata, Jiang ha voluto corredarla con suoni e mugugni che riproducono quelli di due amanti che si baciano. O almeno quelli leciti, che non attirano l’attenzione della buoncostume.
Tecnicamente, il mandabaci elettronico di Jiang Zhongli è dotato di un vano in cui inserire il proprio smartphone: una volta attivata la modalità videochiamata e aperta l’immancabile app collegata, è sufficiente poggiare le proprie labbra sul silicone imprimendo un bacio da inviare in tempo reale a chi è dall’altra parte del telefono, ovviamente dotato dello stesso accrocco. Ma non solo, perché l’app permette anche di sfruttare il tempo libero memorizzando baci da inviare successivamente, con calma. E se ancora non bastasse, permette di attivare la funzione “Kissin square” per inviare baci a sconosciuti magari single che hanno comprato l’attrezzo non motivi di urgenza ma più per attrezzarsi a dovere in caso di amore all’improvviso.
Dal prototipo, provato con successo da Jiang e la sua fidanzata – che per la cronaca sarebbe rimasta alquanto colpita dal realismo del bacetto – il Remote Kiss è finito in produzione e poco dopo fra le offerte lancio di “Taobao”, una delle piattaforma di vendite online più usate dai cinesi, dove la coppia di device è in vendita a 550 yan, più o meno 75 euro.
Inevitabile, la prima ondata di critiche non ha tardato ad arrivare: per qualcuno è “immorale”, altri lo bollano fra “inquietante”, “aberrante” e “allarmante”. Tutti gli altri, quelli che hanno fatto il tutto esaurito alla prima generazione, probabilmente sono troppo impegnati ad allenarsi nel bacio al silicone, per accorgersi del resto del mondo. Ah, l’amore.