Come tutti, anche le celebrità hanno in qualche cassetto di casa una serie di foto più o meno sbiadite di loro stessi da piccoli. All’obiettivo di mamma e papà non sfuggiva nessuno, consegnando alla memoria futuri momenti topici dell’esistenza come prima comunione e cresima, ma anche vacanze, con costumini improbabili e sguardi rassegnati.
Ma la galleria di immagini che accompagnano questo servizio, con quel genere di ricordi non c’entra nulla. Qui, è ora di confessarlo, c’è sotto uno dei tanti prodigi di un sofisticato programma di intelligenza artificiale, la nuova frontiera della tecnologia più spinta, destinata a ribaltare completamente la nostra esistenza e cancellare buona parte dei mestieri oggi esistenti.
È la galleria che David Bassenhoffer, artista digitale, regista e musicista di Seattle, ha realizzato chiedendo ad un programma di riportare alla più tenera età una lunga serie di celebrità, ma con l’aggravante di partire dalle foto più attuali e non da quelle del passato, per riuscire a conservare in qualche modo l’identità per cui oggi sono conosciuti.
Il risultato è stupefacente: qualche decina di star e superstar che vanno dal rock al cinema, dalla moda all’imprenditoria, sono tornate come per magia agli anni in cui erano dei semplici mocciosi dalla lacrima facile, quando ancora notorietà e successo non si erano manifestati. In mezzo, anche qualche extra-programma come la “Monna Lisa”, l’enigmatica Gioconda che rappresenta il culmine del genio di Leonardo Da Vinci, che per l’occasione – malgrado dimostri non più di un quattro o cinque anni - è sempre nella celebre posa con cui Da Vinci le ha donato l’eternità. A dirla tutta, pur mostrando occhioni tenerissimi, perde per strada il celebre sorrisino e con quello un po’ dell’alone misterioso che l’accompagna da sempre.
Ma essendo una proiezione in tenera età di volti celebri, non c’è da stupirsi se a volte gli algoritmi hanno preferito conservare anche su volti di bimbini dettagli come barba, baffi e quando serve piercing, trucco o tagli di capelli scolpiti. Per dare a chi guarda l’idea immediata di chi è rappresentato, servivano anche queste piccole sottigliezze, che nella realtà ovviamente non sono mai accadute. Altrimenti saremmo costretti a pensare che Steve Jobs maneggiasse già da piccolo dei computer Apple, che Marlon Brando bimbo vestisse come Don Vito Corleone ne “Il Padrino” e Slash fosse veramente nato con la celebre capigliatura e la chitarra in mano. O magari è così?