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Nel 1984, il matematico russo Aleksej Leonidovič Pažitnov, dipendente del centro di calcolo “Dorodnicyn Computing Centre”, inventa per caso “Tetris”, un videogioco destinato a diventare uno dei 10 più celebri e importanti di sempre.

Il gioco consiste nel ruotare e muovere i “teatramini” in 7 posizioni possibili mentre cadono in modo sempre più veloce, sistemandoli strategicamente perché le righe complete scompaiano. Quando l’area di gioco si riempie, il gioco finisce. Semplice, perfino banale, appassionante.

Ma finora, a parte l’Intelligenza Artificiale, in 40 anni esatti di popolarità nessuno era mai riuscito ad arrivare al fondo, dove il programma esaurisce tutti i tetramini possibili. Il limite umano, per tutto questo tempo, era il livello 29, dove la caduta dei vari pezzi diventa così veloce da diventare impossibile.

Un record che è stato infranto pochi giorni fa da Willis Gibson, un tredicenne dell’Oklahoma, che in 38 minuti di gioco è arrivato al leggendario livello 157, quello che nell’universo dei videogame significa aver battuto la macchina.

“Vogliamo congratularci con Willis per aver raggiunto questo risultato straordinario, un’impresa che sfida tutti i limiti preconcetti di questo gioco leggendario – ha commentato la Tetris, azienda che cura le applicazioni e i diritti del gioco – record che fra l’altro arriva a ridosso del 40° anniversario della nascita del gioco”.

Willis, nickname di “Blu Scuti”, si è appassionato a Tetris due anni fa dopo aver visto il padre giocare. In rete circolano le immagini che immortalano il suo stupore quando capisce di aver battuto il record: una vittoria che Willis ha voluto dedicare proprio al padre, scomparso lo scorso anno.