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Fino ad una decina di anni fa, i metodi per fare nuove conoscenze sperando di incontrare l’anima gemella erano i soliti: i locali, meglio ancora se quelli di tendenza, e poi il caso, da sempre regista dei destini di tutti.

Poi, sulla faccenda sono piombate le app di dating, algoritmi che calcolano, incrociano dati e propongono sconosciuti più o meno con gli stessi interessi e la voglia – quella resta – di allargare la propria cerchia delle conoscenze. Robyn Vinter, una giornalista del “Guardian”, le aveva efficacemente definite “Servizi per cuori solitari che fanno fatica a fare conoscenza nel mondo reale”. In effetti, una pacchia per i più timidi ma anche una sorta di lotteria in cui solo i più fortunati trovavano davvero quel che cercavano, ma soprattutto un meccanismo infernale che dava dipendenza, allontanando sempre più dal mondo reale per vivere in quello virtuale.

Per lungo tempo, sembrava andare tutto bene: nel 2018, uno studio della “Cornell University” aveva accertato che le relazioni nate sulle app di dating fossero più durature e perfino felici di quelle fatte alla fermata del bus, per dire. Poi, a dare un’ulteriore spinta alle stanze virtuali per gli incontri si era aggiunta la pandemia, in particolare il periodo del lockdown, quando il mondo era chiuso a casa e le relazioni sociali ridotte a zero. Nel marzo 2020, Tinder – una delle più piattaforme più celebri – sfiorava 66 milioni di iscritti.

Ma da lì in poi, qualcosa è cambiato: vuoi la voglia di ritornare al contatto umano dopo tante privazioni, vuoi una certa noia nel ripetere sempre le stesse cose, vuoi la difficoltà comunque a conoscere qualcuno che meriti lo sforzo, ma qualcosa è iniziata a cambiare. Negli Stati Uniti, un sondaggio recente ha accertato che fra le percentuali di giovani che si affidano alle app è calato della metà esatta fra il 2019 ed il 2023.

È figlio di tutto questo, l’esordio di una nuova app di appuntamenti che arriva dall’America, nata tenendo conto dei segnali di crisi che sembrano colpire il settore. Si chiama “Thursday”, giovedì, perché funziona solo quel giorno della settimana. Il motivo non è una forma di risparmio, quanto piuttosto l’idea di lasciare il resto della settimana alla possibilità di incontrare fisicamente le persone con cui si è stabilito un contatto.

È la stessa Thursday, ideata da George Rawlings e Matt McNeill, due imprenditori del settore informatico, a spingere i propri iscritti a organizzare subito gli incontri, spiegando che alla mezzanotte di ogni giovedì tutti i profili vengono cancellati, perdendo quindi la possibilità di incontrare davvero la propria anima gemella. In pratica, un’app che sembra agire al contrario: invece di fidelizzare sempre di più i propri iscritti escogitando modi per tenerli online, li invita a mettere da parte lo smartphone per incontrarsi di persona, come si faceva una volta.

Lanciata lo scorso maggio, Thursday è diventata l’app più seguita di San Francisco, seguita da New York e Londra (sede della società), dove le preiscrizioni nel giro di pochi giorni hanno superato quota 110mila. “È un dato di fatto: le persone trascorrono troppo tempo sulle app di appuntamenti – spiegano sul sito web i due ideatori – e non solo l’intera esperienza è deludente, ma la pressione per trovare qualcosa di unico è noiosa. Quand’è che essere single è diventato qualcosa di cui vergognarsi? È qui che entra in gioco Thursday. Abbiamo creato un’app in cui tutto ciò che si desidera dagli appuntamenti online avviene in un giorno preciso, rendendo il giovedì l’unico giorno della settimana in cui i single possono confrontarsi, chattare e incontrare. Perché? Perché nella vita c’è molto di più di un’app di appuntamenti”.