Anche a costo di restarci male è giusto saperlo. In fondo siamo italiani, abituati a soffrire per diritto costituzionale, per cui diteci la verità, nient’altro che la verità: dove si mangia la pizza migliore del mondo?
Per rispondere a questa domanda, che sembra semplice ma non lo è affatto, visto che la pizza ormai la fanno ovunque e di italiano ha solo più il nome e le tovaglie a quadretti bianchi e rossi delle pizzerie, “Time Out”, celebre rivista britannica nata nel lontano 1968 e diffusa in 108 città di tutto il mondo, ha dovuto sguinzagliare giornalisti, esperti e food setter, raccogliendo indicazioni, suggerimenti e voti fino ad arrivare ad una classifica vera e propria.
Prima di procedere, meglio avvisare: quello che segue non è un elenco destinato a piacere ai puristi della pizza classica, perché l’elenco ammette anche versioni fantasiose ben lontana dalla tradizione.
Ma per togliersi il dubbio tanto vale ammettere che sì, è così: l’Italia è ancora una volta al primo posto, capitale mondiale della pizza fatta con tutti i santi crismi. Attenzione, perché al di là del campanilismo, il risultato non era affatto scontato visto che ormai la pizza è patrimonio dell’umanità e non c’è chef, stellato o al buio, che prima o poi non abbia deciso di metterci mano per dire la propria. Perché dalla pizza prima o poi ci devi passare, è inevitabile.
Al primo posto assoluto, svetta la “Pizzeria da Attilio” di Napoli, citata addirittura nella “Guida Michelin”, dove viene descritta come “locale con pochi coperti distribuiti in due salette, non accetta prenotazioni e nei giorni e negli orari di punta può capitare di dover attendere, ma ne vale la pena”.
Giunta alla terza generazione e aperta nel 1938 al civico 17 di via Pignasecca, “in una delle zone più animate e popolari del centro storico, offre le classiche pizze alla napoletana con alcune divagazioni come quella a forma di stella a 8 punte”. Ineccepibile la più classica delle pizze, la “Margherita”, con pomodoro San Marzano, fiordilatte di Vico Equense e mix di parmigiano reggiano 24 mesi e pecorino romano DOP.
I dubbi iniziano a salire dal secondo posto, conquistato da “Scarr’s Pizza”, al 35 di Orchand Street, nel Lower East Side di Manhattan, a New York. Locale fondato nel 2016 dal pizzaiolo Scarr Pimentel, serve al taglio o ai tavoli una pizza bassa e zeppa di condimenti, come la “Hotboi”, con salamino piccante, manzo, miele della casa e peperoncini jalapeño. Si peggiora addirittura con la terza pizza – pardon, piazza – misteriosamente conquistata da “Pizza Marumo” di Tokyo, considerata una delle migliori pizzerie del Giappone, dove fra specialità spicca la pizza con carne di agnello, o ancora quella con tofu alla griglia, mozzarella di bufala, pollo, mandorle e nocciole tostate.
Prima di arrivare a fondo classifica, bisogna rassegnarsi a qualche carpiato, anche perché dalla posizione numero 5 aa 19esima non c’è più traccia di Italia e italiani e inizia un giro del mondo che tocca Londra, Sydney, Parigi, Rio de Janeiro, Cape Town e Copenaghen, tanto per citarne alcuni. All’ultimo posto, “Mercado 20 de Noviembre” di Oaxaca, a Città del Messico.
LE MIGLIORI PZIZERIE DEL MONDO PER TIME OUT
- Pizzeria da Attilio, Napoli
- Scarr’s Pizza, New York
- Pizza Marumo, Tokyo
- 180g Pizzeria Romana, Roma
- Bella Brutta, Sydney
- Diamond Slice, Copenhagen
- Dough Hands, London
- Novo, Cape Town
- Oobatz, Paris
- Baldoria, Madrid
- Milly’s Pizza in the Pan, Chicago
- Officina Local, Rio de Janeiro
- Civerinos, Edinburgh
- Eleventh Street Pizza, Miami
- Lupita, Lisbon
- Fiata by Salvatore Fiata, Hong Kong
- Güerrín, Buenos Aires
- nNea, Amsterdam
- Mercado 20 de Noviembre, Oaxaca