Questa faccenda va presa con calma, partendo da una delle caratteristiche per cui era tristemente nota Torino, per decenni definita all’unanimità una città grigia, umida, perennemente immersa nella nebbia, in cui a fatica distinguevi i monumenti dal resto cielo plumbeo.
Ora, la nebbia di un tempo (a parte qualche caso isolato), non c’è più, e in compenso il sole splende spesso, anche se non sempre accompagnato dal cielo azzurro d’ordinanza, ma di questo la colpa va anche alla cappa di inquinamento che staziona nel cielo torinese.
Eppure, secondo una ricerca realizzata dal motore di ricerca per case in affitto “Holidu” analizzando i dati scientificamente attendibili del “World Weather Online”, un sito di previsioni meteo (https://www.holidu.it/magazine/citta-italiane-ore-di-sole), viene fuori che Torino svetta all’11 posto di una particolare classifica dedicata alle città più assolate d’Italia, ad un passo dalla top ten e unica città del nord a raggiungere un risultato così alto. La ricerca di Holidu nasce dall’idea di classificare le 50 più grandi città italiane in base alla media di ore di sole mensili per fornire un dato utile ai turisti.
Non a caso, al primo posto svetta sicura Catania, con 274,9 ore di sole al mese, seguita da Siracusa al secondo posto (274,1) e Cagliari al terzo (269,5). A ruota si piazzano Andria, Pescara, Roma, Bari, Palermo, Sassari e Taranto.
Ma appena un gradino sotto la sorpresa di Torino, la “underdog” della classifica che con 246,3 ore di sole al mese del 2023 supera a sorpresa Foggia, Napoli e Messina, tre città dove il sole è un’eventualità così probabile da non poterlo neanche mettere in discussione. Almeno fino ad oggi.
Per il capoluogo piemontese significa un salto improvviso di ben otto posizioni rispetto al 2022, per non parlare del 2018, quando il mese di novembre era finito negli annali dopo 16 giorni consecutivi di maltempo e nebbie.
Ma come fanno notare gli esperti, non è che l’undicesima posizione nella classifica delle città più assolate sia un buon segno per Torino, anzi. Le estati canicolari, con caldo asfissiante, insieme alla scarsità di neve delle sue montagne e la siccità che mette in ginocchio l’agricoltura, non sono di per sé qualcosa di cui vantarsi, considerando anche che le previsioni per la prossima estate danno di nuovo picchi di caldo da record. Come ogni anno, d’altra parte.