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Che vacanza sarebbe, una vacanza finita senza dare una sbirciatina ad un supermercato locale? In fondo, è un po’ come entrare nelle case della gente del posto, scoprendo prodotti che cambiando Paese cambiano in automatico anche il nome, o ancora improbabili piatti italiani surgelati accompagnati da immagini che mettono la nausea solo a guardarle, o per finire scoprire che cibi da noi venduti in confezioni minime da altre parti si trovano solo in formato comunità.

Benvenuti, perché questa è una delle manie di quest’estate, certificata da social come “TikTok”, dove la “Travel Grocery Mania” impazza. Tutto nasce dalla semplice (e legittima) curiosità di capire un po’ di più le abitudini di popolazioni straniere, partendo dall’infallibile teorema “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”.

Così, dopo aver dato fondo a templi, musei, catacombe e mercatini, in tanti scelgono di infilarsi in un supermercato, meglio ancora se di categoria XXL, giusto per dare un’occhiata e scoprire un lato oscuro della cultura locale, quella che quasi sempre è preclusa ai turisti, incanalati dalle guide turistiche nei soliti posti. Da lì, tutto il resto è una discesa, perché la rete oltre a mostrare è anche maestra, e non mancano tutorial su dove andare e cosa portarsi a casa per stupire gli amici immolando budget di qualche decina di euro.

Un fenomeno che è diventato così evidente da permettere di stilare una classifica dei prodotti più ricercati in giro per il mondo. Si parte dagli snack dai gusti più strani, tipici dell’Oriente, per arrivare alle confezioni extra-large dei supermercati americani, dove la confezione di 6 uova non è contemplata: si parte da 24 in su. O ancora la frutta, spesso è uno dei reparti che garantisce le sorprese più grosse, con varietà mai viste prima e introvabili alle nostre latitudini.

Ma ovviamente, se il turismo dei supermercati vale per gli italiani all’estero, lo stesso succede agli stranieri in Italia, che vagano per le corsie dei supermercati andando a caccia di pasta, sughi, vini, salumi e insaccati. Lo stesso che facciamo noi italioti a casa loro, attirati (più per senso di schifo) dai panini all’ananas o le caramelle al riso con ripieno di latte, la carne di maiale marinata con salsa di pesce e le confezioni famiglia di cetrioli in salamoia. Tutta roba quasi certamente destinata ai cassonetti della raccolta differenziata, dopo aver poggiato la lingua e desistito poco dopo, con ancora negli occhi la foto degli spaghetti alla carbonara con panna.