Paul Theroux, scrittore di viaggi americano, amava ripetere: “I turisti non sanno dove sono stati. Il viaggiatore non sa dove sta andando”. Ma c’è un dettaglio ad accomunare entrambi: il viaggio, parte necessaria per arrivare da qualche parte.
Quella che rappresenta la fase iniziale e racchiude l’eccitazione di una vacanza più o meno lunga, ma che per qualcuno rappresenta anche la sottile sofferenza di dover prendere un aereo. E se poi durante il volo il comandante avvisa dell’arrivo di qualche turbolenza, la paura sottile si trasforma in terrore allo stato puro.
Per questo, può valere nell’organizzazione di un viaggio, sapere in anticipo quali sono le tratte da evitare, quelle più soggette a turbolenze.
Il sito di Turbli.com ha spulciato i dati di 10mila voli e 550 aeroporti diffusi della “National Oceanic and Atmospheric Administration” americana, stilando una sorta di classifica delle rotte che negli ultimi 12 mesi hanno fatto registrato il maggior numero di turbolenze. In questo, almeno, c’è una buona notizia: la lista non riporta nessuna rotta italiana ed europea.
La tratta dove si “balla” di più è lunga appena 196 km e collega Mendoza, in Argentina, a Santiago del Cile. Seguono i voli Cordova – Santiago, Mendoza – Salta, Mendoza – San Carlos de Bariloche, Katmandu – Lhasa, Chengdu – Lhasa. Si tratta di voli che attraversano catene montuose altissime, come le Ande, dove si formano perturbazioni anche violente. Ma la parte invece più preoccupante è che le turbolenze stanno diventando sempre più frequenti e improvvise, e secondo gli esperti la causa sarebbero i cambiamenti climatici.